Joksch, oltre all'Austria Vienna solo la Nazionale

L'esordio con la maglia dell'Austria il 6 dicembre 1945, in un 4-1 contro la Francia: ha totalizzato 22 presenze, due con la fascia di capitano. Quel giorno l'incontro tra la direzione e i lavoratori della ditta “Frigt-Superga" di Torino ha come epilogo un soddisfacente ricambio generazionale
Joksch, oltre all'Austria Vienna solo la Nazionale© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

In carriera ha vestito una sola maglia differente da quella dell'Austria Vienna, con cui tra il 1936 ed il 1952 ha sommato centinaia di presenze in campo divenendo una delle principali bandiere nella storia del club. Non si tratta di quella di un'altra società, però, bensì di quella della Nazionale: Siegfried Joksch, infatti, ha indossato in 22 partite i colori dell'Austria, portando anche al braccio in due occasioni la fascia di capitano. L'esordio è storia del 6 dicembre 1945, in un 4-1 contro la Francia, mentre nelle stagioni a venire il centrocampista – nato a Vienna il 4 luglio 1917 e scomparso sempre nella capitale austriaca nel 2006 – avrebbe preso parte anche a due competizioni del calibro dei Giochi Olimpici di Londra 1948 (eliminazione per mano della Svezia con un netto 3-0) e della Coppa Internazionale 1948-1953 (secondo posto alle spalle dell'Ungheria e a braccetto con la Cecoslovacchia).

"Frigt-Superga", oltre le famose calzature sportive c'è di più

Sessanta operai anziani in pensione per assumere subito altrettanti reduci, ex partigiani ed ex internati: è questo l’ottimo epilogo dell’incontro tra la direzione e i lavoratori della ditta “Frigt-Superga”, storica realtà torinese fondata nel 1911 a cui si deve l’invenzione delle celebri calzature sportive che portano il nome della basilica, che si è tenuto il 6 dicembre 1945. In quell’occasione, infatti, si è deciso di costituire una cassa pensioni con fondi forniti dalla trattenuta dell’1% sugli stipendi e sui salari e da una somma offerta dalla direzione pari a quella raggiunta con le trattenute. Grazie a questa cifra l’azienda ha mandato in pensione sessanta lavoratori assegnando agli uomini 3200 lire al mese e alle donne 2800, maggiorate da tante quote mensili di 35 lire quanti erano gli anni di anzianità a partire dal quinto. E ha immediatamente assunto altrettanti, giovani dipendenti.

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