Van Note, 246 partite da record con i Falcons

Nato a South Orange il 7 febbraio 1946, il giocatore di football americano ha militato con la franchigia di Atlanta per 18 stagioni. In quello stesso giorno, Primo Levi scriveva "Il tramonto di Fossoli"
Van Note, 246 partite da record con i Falcons© EPA

Una carriera, una maglia. Non ha conosciuto colori all'infuori di quelli degli Atlanta Falcons, il centro Jeffrey Aloysius Van Note. Giocatore della NFL, nato a South Orange il 7 febbraio 1946, fin dal 1969, quando venne scelto all'undicesimo giro del draft dagli stessi Falcons. Quell'anno giocò con gli Alabama Hawks in Continental Football League, quindi il capo allenatore dei Falcons al'epoca, Norm Van Brocklin, lo reinventò nel ruolo di centro. Van Note si impose come uno dei migliori elementi della NFL in quella posizione, venendo convocato per sei Pro Bowl e contribuendo all'interno della giovane franchigia ad alcune delle migliori stagioni della sua storia. I suoi 18 anni coi Falcons rappresentano una delle più lunghe strisce della storia del football americano e le sue 246 gare sono il secondo risultato assoluto nel club dietro il solo Mike Kenn: Van Note, infatti, saltò solo quattro gare in tuttta la sua carriera professionistica.

"Il tramonto di Fossoli", capolavor di Primo Levi

“Io so cosa vuol dire non tornare. A traverso il filo spinato ho viso il sole scendere e morire; ho sentito lacerarmi la carne. Le parole del vecchio poeta: «Possono i soli cadere e tornare: a noi, quando la breve luce è spenta, una notte infinita è da dormire»”. Primo Levi ha scritto questa poesia, dal titolo “Il tramonto di Fossoli”, il 7 febbraio 1946: in essa rievoca la sua breve esperienza in quella località a sei chilometri da Carpi, dove sorgeva il campo di concentramento per ebrei utilizzato dalle SS come anticamera dei lager nazisti. I terribili dati raccontano che passarono da Fossoli 2844 ebrei, di questi 2802 furono deportati: si conta che un terzo dei deportati ebrei dell’Italia transitò per il campo di Fossoli. Tra questi anche Primo Levi, che proprio lì fu fatto salire sul convoglio che lo portò ad Auschwitz. Tra il 1945 e il 1947 diventò un campo per i cosiddetti “indesiderabili”, ossia i profughi stranieri: oggi sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture superstiti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...