La storia di Roberto Vieri, il papà di Bobo

Ex mezzala cresciuta nella Fiorentina e sbarcata anche in Canada ed Australia, il padre di Christian è nato a Prato il 14 febbraio 1946. Nello stesso giorno viene promulgato il decreto sulle riassunzioni post-belliche
Christian Vieri© www.imagephotoagency.it

Il palmares non è certo paragonabile a quello di uno dei due figli, ovvero Christian, ma anche Roberto Vieri ha disputato una carriera di alto profilo. Nato a Prato il 14 febbraio 1946, la mezzala di grande estro e inventiva, infatti, ha messo in bacheca due Coppe Italia, una con la maglia della Fiorentina e l'altra con il Bologna. Cresciuto proprio nelle giovanili viola, dopo un paio di prestiti per farsi le ossa approda alla Sampdoria nel 1966, casacca con cui debutterà in Serie A. Attira quindi le attenzioni della Juventus, che lo acquista nell'estate del 1969 e lo utilizza una stagione soltanto, per poi cederlo alla Roma in una maxi trade di mercato per l'epoca. Passa in seguito al Bologna, ma nel frattempo vive anche una breve parentesi canadese tra le file dei Toronto Metros-Croatia, nella North American Soccer League. Nel gennaio 1977 decide di tentare l'avventura australiana, ai Marconi Stallions di Sydney, dove chiude la carriera nel 1982. Salvo diventare, anche e soprattutto, il papà di Bobo e di Massimiliano.

Il decreto sulle riassunzioni post-belliche

“Norme sulla riassunzione e assunzione obbligatoria dei reduci nelle aziende private”: è questo il titolo del decreto legislativo n. 27 promulgato il 14 febbraio 1946. Con esso il Governo dispone il diritto a essere riassunti in servizio di coloro che “siano stati deportati o internati successivamente all’8 settembre 1943, che siano stati chiamati alle armi per adempiere agli obblighi di leva e siano stati trattenuti in servizio militare dopo il termine e che siano stati partigiani combattenti che abbiano abbandonato il servizio per partecipare alla lotta di liberazione”. La riassunzione “è prevista nell’azienda presso la quale i dipendenti prestavano servizio al momento della deportazione, dell’internamento, della chiamata alle armi o dell’abbandono del servizio”. Per quanto riguarda, invece, le assunzioni, il testo prevede che “le aziende private che al 31 dicembre 1945 occupavano almeno 10 dipendenti sono tenute ad assumere reduci della guerra 1940-1943 e della guerra di liberazione, partigiani combattenti e deportati ed ex internati dal nemico”.

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