Le temperature rigide dell'inverno non hanno ancora ceduto del tutto il passo ad un clima più primaverile, ma – all'indomani della guerra – la voglia dei ciclisti di vivere un'annata completa sui pedali è tanta. Come racconta, in prima pagina, l'edizione del 23 febbraio 1946 di Tuttosport. «La frenesia di gareggiare a tutti i costi palesata dai corridori in allenamento in occasione delle pressoché quotidiane uscite lungo la via Aurelia ha, finalmente, trovato... uno sfogo ufficiale. Si è svolta, infatti, qui ad Alassio uno corsa ciclistica, su circuito, ed il bustese Furlan, che è tra i corridori maggiormente allenati, ha staccato e doppiato tutti, vincendo davanti a Tosi ed al pistaiolo Degli Innocenti. È stata, in fondo, una copia di quelli che sono gli allenamenti. Quaggiù tutti si preparano a più non posso e, ormai, dai primi timidi tentativi sui 100 chilometri, si è passato a puntare a Sanremo ed alla frontiera, quanto a dire prove – con lotte senza quartiere – sui 200 km».
Approvato il sistema di voto in vista di elezioni e referendum
Furono le prime elezioni politiche della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, quelle che si svolsero domenica 2 e lunedì 3 giugno 1946 per l’elezione dell’Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova Costituzione, e parallelamente per il referendum relativo alla scelta tra Monarchia e Repubblica. Il sistema di voto utilizzato era stato approvato, il 23 febbraio 1946, dalla Consulta Nazionale, organo che introdusse per la prima volta il diritto di voto per le donne: fu quella, infatti, la prima elezione in cui votarono tutti gli italiani di almeno 21 anni di età, per una percentuale di aventi diritto intorno al 61,4%. La tornata elettorale fece registrare il successo dei tre grandi partiti di massa del tempo, la Democrazia Cristiana, che ottenne il 35%, e i partiti di sinistra, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e il Partito Comunista Italiano che, insieme, raggiunsero quasi il 40% dei voti. Attraverso il referendum gli italiani decretarono la nascita della Repubblica.