Il giorno in cui Tuttosport titolò... "Arbitri, occhiali!"

Sulla prima pagina del 2 marzo 1946, il racconto di un fischietto che sul referto sbagliò il risultato della partita da lui stesso diretta. Nel medesimo giorno, a Casteltermini, finirono in manette ben 103 delinquenti
Il giorno in cui Tuttosport titolò... "Arbitri, occhiali!"© FOTO SCHICCHI

"Arbitri, occhiali!". Questo l'ironico titolo, sulla prima pagina di Tuttosport del 2 marzo 1946, di un corsivo in cui si commenta un incredibile caso capitato sui campi di provincia nel fine settimana precedente. «I lettori ricorderanno la nostra campagna a difesa degli arbitri quando, qualche tempo fa, si misero in sciopero a gruppi, per protestare contro violente aggressioni subite in provincia. Ma domenica, a Casale, partita Casale-Alessandria, è avvenuto un fatto inaudito che testimonia assai più a sfavore degli arbitri che delle folle. Tutti gli spettatori e tutti i giocatori presenti alla partita – e cioè più di ottomila persone – hanno visto e convenuto che essa era terminata 3-1 a favore del Casale. Solo l'arbitro, il signor Sorbi, ha registrato... un 2-1! Com'è potuta avvenire tale enormità? L'arbitro, concesso un rigore a favoe del Casale mentre le squadre erano 1-1 non ha visto... la palla entrare in rete».

A Casteltermini in manette ben 103 delinquenti

Un violento scontro tra malfattori e carabinieri: il 2 marzo 1946, alle porte di Casteltermini, paese in provincia di Agrigento, la cronaca riporta uno degli interventi messi in atto nella più ampia operazione con cui l’Ispettorato di Polizia per la Sicilia, in collaborazione con i funzionari e gli organi locali, arrivò all’arresto di ben 103 delinquenti responsabili di 200 delitti. In quell’occasione, dopo oltre un’ora di scontri, fu catturato il pericoloso bandito Matteo Mangiapane, mentre altri due suoi complici riuscirono a scappare. Nella casetta dove sono stati sorpresi i malfattori fu trovato Salvatore Di Bernardo, proprietario terriero catturato dai banditi e vittima di estorsione, che era in attesa di essere trasportato altrove. L’associazione per delinquere agiva in tutta la provincia di Agrigento e aveva concentrato la propria attività in alcuni dei centri principali (Favara, Burgio, Eraclea, Porto Empedocle).

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