"Rocky" Bleier, la Guerra del Vietnam e i quattro Super Bowl

Nato ad Appleton il 5 marzo 1946, il running back dei Pittsburgh Steelers si affermò in NFL dopo una grave ferita a causa di un'imboscata. Nello stesso giorno, Churchill conia l'espressione "cortina di ferro"
"Rocky" Bleier, la Guerra del Vietnam e i quattro Super Bowl© EPA

Quella di Robert Patrick Bleier, sui campi di football americano conosciuto da tutti come "Rocky", è una storia di sport e di guerra. Nato ad Appleton il 5 marzo 1946, il running back fu scelto dai Pittsburgh Steelers – con cui avrebbe giocato per tutta la carriera – nel 16° giro del draft Nfl del 1968. Dopo la sua stagione da rookie, però, Bleier si arruolò volontariamente per la Guerra del Vietnam, dove venne gravemente ferito alla coscia sinistra prima a causa di un'imboscata in una risaia e poi per una granata nemica caduta a pochi metri da lui. Durante la convalescenza, in un ospedale di Tokyo, i dottori gli dissero che non avrebbe più giocato a football, proprio nei giorni in cui il proprietario degli Steelers, Art Rooney, gli inviò una cartolina: «Rock, la squadra non se la sta passando bene: abbiamo bisogno di te». Così, un anno dopo essere stato ferito, Bleier si presentò al training camp degli Steelers, anche se impiegò due anni per tornare a pesare 95 chili e ritrovare un posto nella formazione titolare. Ma ne valse decisamente la pena, perché da quel momento vinse quattro Super Bowl, ritirandosi infine dopo aver corso 3.865 yard e segnato 25 touchdown.

Churchill conia l'espressione "cortina di ferro"

Per la prima volta Winston Churchill utilizza l’espressione “cortina di ferro”: è il 5 marzo del 1946 quando a Fulton, nel Missouri, l’ormai ex primo ministro britannico viene invitato per tenere una conferenza dal titolo “Risorse di pace”. Le prime parole del suo discorso, più ancora dei concetti fondamentali in essi espressi, rimasero impressi nel pubblico: “Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi Nazioni del mondo. Siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli: è tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell’attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi Stati dell’Europa centrale e orientale, Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia, tutte soggette non solo all’influenza sovietica, ma anche a un’altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca”. È il momento in cui, in Europa e nel mondo, inizia una nuova era politica e militare fatta di nuovi equilibri. È il preludio alla Guerra Fredda.

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