Servo, il peso welter distratto sul ring da... una radiocronaca

Tuttosport, il 9 marzo 1946, pubblica un'intervista al pugile italo-americano che svela un curioso aneddoto. Nello stesso giorno, a Roma, si tiene il convegno sindacale cristiano aperto da Achille Grandi
Servo, il peso welter distratto sul ring da... una radiocronaca

L'apertura di Tuttosport del 9 marzo 1946 è dedicata ad un'intervista a Marty Servo, italo-americano che negli Stati Uniti aveva appena conquistato il titolo “welter”. «La mia vittoria su Freddie Cochrane, che da tre anni deteneva il titolo, fu più facile di quanto pensassi – il racconto del ragazzo del New Jersey, nato da padre di Foggia e madre di Napoli –. Durante il combattimento ebbi persino tempo di... ascoltare la radio. I radiocronisti NBC e CBS gridavano così forte descrivendo l'incontro ai loro ascoltatori ch'io sul ring potevo sentire tutto quello che dicevano. Ce ne fu uno che disse: “In queso momento Cochrane ha colpito la fronte di Servo con un formidabile sinistro”, mentre in realtà aveva sbagliato di mezzo metro. Fui così sorpreso che mi misi a ridere: non l'avessi mai fatto! Cochran, approfittando del mio attimo di disattenzione, mi colpì all'orecchio destro, e vi assicuro che questa volta mirò bene».

A Roma si tiene il convegno sindacale cristiano

«Noi abbiamo cercato fra le due correnti, quella cristiana e quella marxista, i punti di contatto costituiti dalle rivendicazioni economiche e sociali. Se altri che non abbracciano la nostra fede si sono avvicinati a noi, almeno sul terreno del carattere economico e sociale, questa è la ragione per cui siamo arrivati a realizzare, o perlomeno a sperimentare, l’unità sindacale»: con queste parole, pronunciate il 9 marzo 1946, Achille Grandi, il più autorevole esponente del “sindacato bianco”, apre a Roma il convegno sindacale cristiano. «La divisione della classe operaia è sempre stata dannosa, e questo lo hanno capito i padroni, i quali sono sempre stati uniti al di sopra di qualunque distinzione religiosa», ha aggiunto il cofondatore della Cgil, nonché fondatore e primo presidente delle Acli e deputato del Partito Popolare Italiano prima e della Democrazia Cristiana poi. Era, infatti, convinto della necessità, nel periodo post bellico, «di un urgente sforzo per consolidare il sindacato unico obbligatorio di categorie e tutte le oneste energie e le reali competenze».

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