Il Grande Torino schianta il Vicenza davanti al proprio pubblico

L'apertura di Tuttosport dell'11 marzo 1946 è dedicata al netto successo dei granata, grazie alla doppietta di Gabetto ed alle reti di Ferraris e Castigliano. Nello stesso giorno viene eletta Ninetta Bartoli, il primo sindaco donna d'Italia
Il Grande Torino schianta il Vicenza davanti al proprio pubblico

L'apertura di Tuttosport dell'11 marzo 1946 è dedicata al netto successo del Grande Torino ai danni del Vicenza, un rotondo 4-0 firmato dalla doppietta di Gabetto e dalle reti di Ferraris e Castigliano. «Così anche il Torino, con una sonante vittoria e una bella partita, ha offerto al suo pubblico l'atteso buon spettacolo; e il pubblico l'ha sostenuto, l'ha incoraggiato e l'ha festeggiato – il racconto da parte del direttore Renato Casalbore –. In tal modo sono sciolte le riserve delle squadre torinesi verso gli spettatori torinesi. Non è più tutta merce d'esportazione il loro gioco; qualcosa rimane in casa. Ma bisogna dire subito che l'impresa è diventata facile soltanto dopo un lungo lavoro. Il Vicenza ha resistito per un'ora giusta, mantenendo inviolata la propria rete per tutto il primo tempo. E sì che i granata non stavano fermi: era un attacco continuo martellante, un infittirsi del gioco contro il macigno difensivo che si rompeva per diventare plastico, elegante, quando interveniva il portiere».

Ninetta Bartoli, il primo sindaco donna d'Italia

Il primo sindaco donna d’Italia: Ninetta Bartoli è il simbolo delle prime elezioni amministrative del dopoguerra in occasione delle quali anche alle donne fu riconosciuto non solo il diritto di voto, ma anche l’eleggibilità. L’11 marzo 1946 fu eletta primo cittadino di Borutta, piccolo paese del Meilogu distante 30 km da Sassari: per lei fu un plebiscito, in Consiglio comunale sfiorò il 90% dei voti. La donna, nata da famiglia nobiliare, l’anno precedente era già divenuta segretario della locale sezione della Democrazia Cristiana: la sua candidatura a sindaco era stata sostenuta dai più autorevoli esponenti della Dc sassarese, a partire dal futuro presidente Antonio Segni. Ricoprì la carica di sindaco per due mandati: a lei si devono molte di quelle che oggi definiremmo “grandi opere”, tra cui le scuole elementari, l’asilo, il cimitero, il palazzo del municipio, l’acquedotto e la fognatura, ma anche una casa di riposo e una filiale cooperativa di credito agrario; oltre a una lunga serie di iniziative in campo sociale dirette particolarmente a dare specializzazioni al lavoro femminile.

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