Le emozioni del derby della Mole si mischiano a quelle della Sanremo

Su Tuttosport del 20 marzo 1946, l'impresa di Coppi nella Classicissima prende spazio anche all'interno della cronaca di Torino-Juventus. Nello stesso giorno, i fratelli Crespi vengono accusati di "aver contribuito a mantenere in vita il regime fascista"
Le emozioni del derby della Mole si mischiano a quelle della Sanremo

Su Tuttosport del 20 marzo 1946, in un articolo firmato dal direttore Renato Casalbore, le emozioni del derby della Mole vinto di misura dal Torino si mischiano a quelle regalate dallo straordinario assolo di Fausto Coppi alla prima Milano-Sanremo del dopoguerra. «Che folla e che passione nel nostro stadio! La gente vi affluiva parlando della Sanremo. Colonne interminabili di spettatori che avevano già in tasca il nome del vincitore della “corsa di primavera”. Di Coppi si sentiva parlare fin dal mattino. Chissà perché nessuno ha mai dubitato della sua vittoria quando hanno saputo che se n'era andato... Ma chi avrebbe vinto l'incontro tra Torino e Juventus? Il responso diventava difficile. Nessuna delle squadre in lotta era... Coppi. E invece anche il Torino scappò in partenza, fulminò la rete juventina e stette al passo sino alla fine difendendo il successo ora con l'imperio del suo gioco, ora con una chiara manovra demolitrice».

I fratelli Crespi accusati di "aver contribuito a mantenere in vita il regime"

I fratelli Mario, Aldo e Vittorio Crespi, proprietari della società editrice de Il Corriere della Sera, il 20 marzo 1946 si trovano al centro delle cronache nazionali: il motivo, un’istruttoria aperta a loro carico dall’ufficio del pubblico ministero presso la Corte d’Assiste di Milano motivata dal fatto che “contro di loro è stata presentata una denuncia per aver contribuito con atti rilevanti a mantenere in vita il regime fascista”, secondo quanto riportato nelle cronache del tempo. Nella denuncia si legge che nel 1925 i fratelli Crespi estromisero dalla direzione e dalla proprietà del “Corriere” i fratelli Albertini, che fino a quel momento avevano condotto con particolare coraggio una resistenza vivace alla dittatura fascista, e passarono dalla parte della dittatura offrendo al fascismo il poderoso aiuto di un giornale che in breve tempo divenne lo strumento più attivo del regime. Nella denuncia furono, inoltre, citati “altri atti” tra cui l’istituzione dei premi “Mussolini” creati dai fratelli Crespi per chiamare a raccolta scrittori, artisti e scienziati intorno al fascismo. Un’istruttoria che suscitò molto interesse anche perché di poco successiva alla decisione dell’Alta Corte di Giustizia di “discriminare l’operato di Mario Crespi conservandogli la qualità e le prerogative di senatore del Regno”.

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