Giro d'Italia, nel 1946 un premio per il primo partecipante... da papà!

Su Tuttosport del 13 giugno 1946 viene analizzato nel dettaglio tutto il contesto intorno all'imminente corsa rosa. Nello stesso giorno, l'ormai ex re Umberto II lascia volontariamente l'Italia e si reca a Cascais, nel sud del Portogallo
Giro d'Italia, nel 1946 un premio per il primo partecipante... da papà!© LAPRESSE

Alla vigilia del Giro d'Italia, Tuttosport analizza tutto quello che fa da contorno alla celebre corsa rosa. E, sull'edizione del 13 giugno 1946, si concentra sui premi assicurati dall'organizzazione. «I premi offerti ai “girini” dilagano - si legge in prima pagina -. Verrà forse il momento in cui gli organizzatori ne assegneranno perfino agli assenti per premiarli per il loro... disinteresse? C'è perfino il premio di un lettino per il corridore che diventerà per primo padre durante, o dopo, il Giro. A proposito di questo premio, i corridori si lagnano perché non è stato annunciato tempestivamente, alcuni mesi or sono, per dar loro modo di allenarsi per la sua disputa. Ai giornalisti, invece, viene offerta una motoleggera “Vespa”, nome che è tutto un programma perché sta tanto a significare che i giornalisti sono considerati bipedi implumi muniti di... pungiglione, quanto che essi si occupano di quel vespaio che è lo sport con relative Federazioni e Coni».

L'ex re Umberto II lascia volontariamente l'Italia

Nella giornata del 13 giugno 1946, l'ormai ex re Umberto II lascia volontariamente l'Italia alla volta di Cascais, nel sud del Portogallo. La notte precedente, infatti, nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri, il presidente Alcide De Gasperi, prendendo atto del risultato, aveva già assunto le funzioni di capo provvisorio dello Stato. Un episodio che indusse Umberto II all'addio senza nemmeno attendere la definizione dei risultati e la pronuncia sui ricorsi, che in ogni caso sarebbero stati respinti dalla Corte di Cassazione il successivo 18 giugno. Ovvero il giorno in cui la Corte integrò i dati delle sezioni effettivamente mancanti, dando ai risultati del referendum del 2 e 3 giugno il crisma della definitività: i sostenitori della causa monarchica lamentarono ancora a lungo azioni di disturbo e brogli elettorali nella consultazione popolare e non mancarono scontri durante i quali si verificarono vittime e feriti.

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