Il giorno di riposo a Firenze è il pretesto ideale per permettere a Carlo Bergoglio, inviato di Tuttosport alla corsa rosa, di raccontare il contorno del Giro d'Italia 1946: l'affresco pubblicato il 29 giugno rende bene l'idea di quanto fosse differente il mondo del pedale di allora da quello degli alberghi a cinque stelle attuale. «Oggi perdoniamo a tutti. Finalmente ci siamo lavati. Non più la piccola bacinella di stagno che vedemmo a Perugia, la poca acqua conservata nella brocca la sera dianzi, perché l'acqua non veniva che al pomeriggio. Non più il buco della pensione sotto i tetti, non più in due o tre sui giacigli rigidi. Qui a Firenze abbiamo finalmente una bella stanza ciascuno, il bagno, il telefono e il silenzio. Qui il Giro può lavarsi e riposare: grazie, Firenze!».
Una lapide a Cetica per i civili caduti nel 1944
Il paese di Cetica, in provincia di Arezzo, il 29 giugno 1946 ha inaugurato una lapide per commemorare i civili caduti esattamente due anni prima in un sanguinoso scontro che coinvolse partigiani e truppe tedesche. L'abitato, infatti, era una delle vie d'accesso alle montagne più alte e quindi era presidiata da alcuni distaccamenti della Brigata "Lanciotto". All'alba del 29 giugno 1944 i tedeschi, utilizzando avanguardie travestite da partigiani, risalirono la strada fino a pochi chilometri dall'abitato, quando vennero scoperti e iniziarono ad azionare i mortai. I partigiani, grazie a nutriti rinforzi dai monti, riuscirono a fermare i nazi-fascisti e a respingerli salvando parte del paese ed il mulino: alla fine della giornata si conteranno 12 partigiani e 11 civili fra le vittime dell'attacco, mentre gli aggressori avranno perso 55 soldati.