Giro d'Italia, le Dolomiti in inchinano a Coppi

Tuttosport, il 4 luglio 1946, celebra l'impresa del Campionissimo sulle montagne della corsa rosa. Nello stesso giorno, in Polonia, va in scena il "pogrom di Kielce"
Giro d'Italia, le Dolomiti in inchinano a Coppi

«La tappa di ieri ha un solo nome, Fausto Coppi: solo sul Falzarego, solo all'arrivo». Questo il titolo in prima pagina con cui Tuttosport, il 4 luglio 1946, celebra l'impresa al Giro d'Italia del Campionissimo. «Coppi ha avuto la sua gran giornata – scrive l'inviato Carlo Bergoglio –. Ne sono stati testimoni le Tofane, il gruppo del Cristallo, le cinque Torri, il Nuvolao, il Pomaghanor, cioè i maestosi giganti delle Dolomiti che fanno la guardia a Cortina d'Ampezzo. Perché proprio lì, alla presenza di quei monti di alluminio, i quali già diedero a Bartali la forma di re delle Dolomiti, Coppi ha attaccato e battuto l'arrampicatore sovrano».

Il Polonia si assiste al "pogrom di Kielce"

Il 4 luglio 1946 si verifica il così ribattezzato “pogrom di Kielce”, dal nome della cittadina polacca in cui 40 ebrei furono massacrati ed altri 80 feriti. Pur non essendo, in termini di vittime, il pogrom più grave della storia, rappresenta un episodio estremamente significativo poiché ebbe luogo oltre un anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e, dunque, dopo la sconfitta del nazismo. Nell'abitato della località, dove la popolazione ebraica era composta da circa 200 sopravvissuti alla Shoah, quel giorno si sparse la voce che alcuni ebrei avevano rapito un bambino: i residenti si riunirono nei pressi degli edifici che ospitavano la comunità ebraica e, nell'indifferenza delle forze dell'ordine, linciaono i residenti, uccidendo anche gli ebrei presenti nei treni di passaggio nella locale stazione ferroviaria.

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