L'apertura di Tuttosport del 5 luglio 1946 è incentrata ancora sul Giro d'Italia, arrivato a tre giorni dalla sua conclusione. E già, in gruppo, si ragiona su quel che sarà dopo. «Il Giro è già finito? Non lo si può certo dire – spiega l'inviato Carlo Bergoglio –. Ronconi mi diceva poco fa che domani, sul Passo Rolle, verranno fuori delle cotte di mezz'ora. E può darsi. Il riposo di un giorno giova a molti, ma a qualcuno può annodare i muscoli. E tuttavia quasi tutti, al Giro, hanno già il pensiero fuori del Giro. Oltre il Giro. “Fra tre giorni andremo a casa!”, la frase ricorrente. Pensano alla famiglia: al proprio letto, al proprio giardino. E alcuni pensano già... ad un altro Giro. Per esempio a quello della Svizzera, che avrà inizio sette giorni dopo e durerà una settimana senza alcun intermezzo di riposo, tutte tappe con salite oltre i 1500 metri. Ci pensa soprattutto Bartali, questo miracoloso e commovente Bartali di 32 anni, che dà battaglia ovunque e sempre per vincere».
Un sarto francese inventa il concetto moderno di bikini
La data del 5 luglio 1946 è unanimemente riconosciuta come quella della nascita del bikini. Un indumento considerato come estremamente attuale, anche se in realtà compare – in svariate versioni – persino su affreschi e mosaici di epoca greca e romana. Le cronache dell'epoca, in ogni caso, riconducono l'invenzione in termini moderni al sarto francese Louis Réard e l'origine del nome all'adattamento anglosassone di “Pikinni”, il nome di un atollo di 36 isolette appartenente alle isole Marshall, nel Pacifico, dove gli americani hanno effettuato per anni esperimenti nucleari. La denominazione unificava così l’allusione alle piccole dimensioni a quella di un'esplosione nei costumi occidentali.