Coronavirus, rivolte e agenti in ostaggio: caos nelle carceri italiane

Sempre più disordini per le misure restrittive legate all'emergenza sanitaria a Modena, Pavia e San Vittore
Coronavirus, rivolte e agenti in ostaggio: caos nelle carceri italiane

MILANO - Una quindicina di detenuti sono saliti sul tetto del carcere di San Vittore, gridando "Libertà, libertà". Nel carcere è ora entrata la polizia penitenziaria in assetto antisommossa, e sul posto sono arrivati i vigili del fuoco. Le strade e le vie intorno sono state bloccate e chiuse al traffico. Anche a Milano, quindi, è in corso una rivolta dei detenuti per protestare contro le restrizioni dovute all'emergenza coronavirus. Ieri sera era andata in scena anche nel carcere di Pavia una rivolta dei detenuti, che hanno preso in ostaggio due agenti della polizia penitenziaria. Lo ha confermato il sindacato Uilpa sottolineando che alcuni agenti di rinforzo fossero partiti dalle carceri milanesi di San Vittore e Opera. Da questa mattina sono 27 le carceri dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l'amnistia a causa dell'emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove - oltre a bruciare diversi materassi - alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Lo riferisce il Sindacato di polizia penitenziaria.

Coronavirus, rivolte nelle carceri

"Foggia, Milano San Vittore, Palermo Ucciardone, Larino, Reggio Emilia e altri istituti di pena: il governo prenda in mano la situazione. Ancora più con maggiore veemenza è ripresa questa mattina l'attività di rivolta e protesta dei detenuti in molte carceri italiane tra cui quello di Foggia per un numero imprecisato di detenuti che sarebbero già allontanati, quello di Milano San Vittore, Palermo Ucciardone, Larino, Reggio Emilia ed altri ancora attraverso una catena che si andrebbe rinforzando per numero e proporzioni anche a seguito delle notizie che rimbalzano da un telegiornale all'altro". E' quanto si legge in una nota diffusa dal Segretario Generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci. "Purtroppo in tale situazione, in luogo di disposizioni e provvedimenti rivolti a migliorare l'organizzazione delle carceri italiane, stanti i due anni trascorsi in assoluta disfunzione sino ad oggi ignorata dalla politica - indica ancora il leader dell'OSAPP -, pervengono preoccupanti voci riguardanti la predisposizione interna al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e al Ministero della Giustizia di un progetto rivolto alla concessione di una amnistia generalizzata per le carceri. Come OSAPP, nel ribadire che le violenze e i danneggiamenti alle carceri di questi giorni derivano da precise responsabilità e disattenzioni malgrado gli appelli a lungo e vanamente lanciati dal sindacato riteniamo che la vicenda delle carceri italiane non possa risolversi attraverso possibili colpi di spugna che andrebbero a danneggiare tutti i cittadini onesti e soprattutto coloro i quali in ragione dell'infezione da Coronavirus si stanno sottoponendo a sacrifici senza precedenti e non compiono violenze e devastazioni. Riteniamo quindi - conclude Beneduci - opportuno ed urgente che il Governo e il Presidente del Consiglio dei Ministri Conte assumano in prima persona l'onere e la responsabilità della gestione del sistema penitenziario italiano, distogliendo da tele compito chi se ne è dimostrato inadatto".

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