Coronavirus: a Roma la Gdf sequestra 700 mascherine pronte alla vendita

Il traffico di dispositivi nella Capitale è stato fermato dalle Fiamme Gialle. I prodotti venivano messe in commercio senza marchio di qualità CE o venduti a prezzi fortemente maggiorati
Coronavirus: a Roma la Gdf sequestra 700 mascherine pronte alla vendita© ANSA

ROMA - Sono stati tantissimi controlli della Guardia di Finanza su Roma e provincia per evitare che attività commerciali potessero effettuare pratiche speculative. Le fiamme gialle, infatti, hanno verificato la corretta esposizione dei prezzi al pubblico approfittando così del vertiginoso aumento della domanda di mascherine e disinfettanti. Sono state tantissime, dunque, le mascherine sequestrate dalla Gdf a Roma, prodotte "artigianalmente" da una sartoria di Roma, nel quartiere Portuense, e che erano pronte ad essere messe in commercio, sebbene non conformi alla normativa comunitaria e nazionale poiché sprovviste del marchio di qualità CE. Il titolare dell'attività, che aveva addirittura pubblicizzato la vendita dei manufatti, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Roma per frode in commercio dalle Fiamme Gialle del 3° Nucleo Operativo Metropolitano della Capitale. Inoltre, nel retrobottega di una farmacia sita nella zona di Guidonia Montecelio, al cui esterno era esposto un cartello con l'indicazione "maschere esaurite", i Finanzieri del Gruppo di Tivoli hanno trovato e sequestrato 228 dispositivi che venivano venduti al prezzo di 35 euro l'uno, cinque volte superiore al valore di acquisto. Per il titolare e tre suoi dipendenti è scattata la segnalazione all'Autorità Giudiziaria di Tivoli per il reato di "manovre speculative su merci", con conseguente richiesta di assegnazione dei dispositivi alla Protezione Civile, affinché siano utilizzati dagli operatori chiamati a gestire l'emergenza. Altre 480 mascherine non in linea con gli standard di sicurezza sono state scovate da militari della Compagnia di Frascati in una rivendita alla Romanina, acquistate "in nero" e occultate sotto il bancone. Anche in questo caso l'esercente è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Roma. Sono in corso indagini per risalire all'origine della "filiera" illegale.

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