Coronavirus, i dati in Italia: 602 morti e 675 positivi più di ieri

Il report fornito dal capo della Protezione Civile Borrelli: “Nell’ultimo giorno sono guarite 1.695 persone, 74 ricoveri in meno in terapia intensiva”
Coronavirus, i dati in Italia: 602 morti e 675 positivi più di ieri© ANSA

ROMA - Nuovo report della Protezione Civile sull'emergenza Coronavirus in Italia: i morti di oggi sono 602. Il dato è stato reso noto nel corso della conferenza stampa da Angelo Borrelli: "Il totale dei positivi è di 104.291 con un incremento di 675 pazienti rispetto a ieri. Oggi registriamo 602 nuovi deceduti, dall’inizio dell’epidemia sono 21.067. Sono 37.130 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il Coronavirus, 1.695 in più di ieri. I ricoverati in terapia intensiva sono 3.186, 74 in meno di ieri”.

Frenata di nuovi contagi a Milano

Frenata dei nuovi contagi accertati a Milano che, con la provincia registra un +189 (ieri 481) per un totale di 14.350. A Milano città +57 nuovi contagi accertati (ieri 296) per un totale di 5.914. Nuovi casi in calo anche a Bergamo che prosegue un trend positivo da tre giorni, +35, totale 10.426 mentre Brescia si attesta su 125 nuovi casi (ieri 100), totale 11.093. Per il secondo giorno consecutivo un dato molto alto a Cremona +227 (ieri 224), totale 5.172.

In miglioramento la situazione delle terapie intensive

"La situazione delle terapie intensive è in miglioramento, grazie alla collaborazione con la Lombardia abbiamo fatto un paragone: i ricoverati in quella regione sono stati nelle ultime 4 settimane 3.862, i dimessi 1.296, i degenti sono ancora 1.240, con il 65% di sopravvivenza. Nel Lazio in un lasso di tempo simile sono stati 424 i ricoverati in terapia intensiva, un quarto dimesso e un quarto ancora degente. Sopravvivenza al 65%, la stessa". Così Massimo Antonelli del Comitato tecnico scientifico (Cts), in conferenza stampa alla Protezione civile. "Ciò vuol dire che il grosso impatto per l'emergenza in Lombardia c'è stato sulle terapie intensive - ha commentato Antonelli -. Le misure di contenimento hanno ridotto il flusso verso le terapie intensive in altre aree. La severità della condizione dei malati è però simile, a prescindere dai numeri diversi nelle regioni. Conclusione: le misure hanno funzionato per contenere l'impatto in singole regioni e i pazienti, indipendentemente da dove si trovino, con le terapie intensive raggiungono un tasso di sopravvivenza di tutto rispetto".

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