Coronavirus, trovate 14 mutazioni: una quella dominante

"Sarebbe rischioso ignorare questi cambiamenti nel virus che potrebbero limitare l'efficacia dei primi vaccini che arriveranno", spiegano gli studiosi guidati da David Montefiori
Coronavirus, trovate 14 mutazioni: una quella dominante© EPA

LOS ALAMOS (Stati Uniti) - Da una ricerca dei Laboratori Nazionali di Los Alamos degli Stati Uniti e della Duke University, guidata da David Montefiori e pubblicata su bioRxiv, sito che raccoglie i lavori che ancora non hanno passato il vaglio della comunità scientifica, sarebbero emerse 14 mutazioni nella proteina Spike, con la quale il nuovo Coronavirus aggredisce le cellule umane. Tra le mutazioni, una è diventata dominante, è partita dall'Europa ed è la stessa identificata in Italia tra febbraio e marzo, dall'ospedale Sacco di Milano. Il risultato, che registra le mutazioni che normalmente avvengono in un virus come il SarsCoV2, è utile per progettare farmaci e vaccini: la mutazione in questione si chiama D614G e "preoccupa".

"Coronavirus, sarebbe rischioso ignorarne i cambiamenti"

"Ha iniziato a diffondersi in Europa all'inizio di febbraio e una volta entrata in nuove aree, è diventata dominante, dimostrando di essere più vantaggiosa per il virus rispetto al ceppo originario di Wuhan". Potrebbe essere stata questa mutazione, ipotizzano, a rendere più rapida la diffusione del virus nel mondo e sarebbe "rischioso ignorare questi cambiamenti nel virus - dicono gli studiosi - che potrebbero limitare l'efficacia dei primi vaccini che arriveranno". Il dato sicuro, afferma Gianguglielmo Zehender, uno dei ricercatori dell'ospedale Sacco di Milano, che hanno sequenziato il genoma del virus in Italia, "è che questa mutazione D614G è presente nel ceppo del virus più diffuso in Europa e in Italia. Ma se sia stata lei la colpevole della maggiore diffusione del Covid-19 ancora non lo si può dire, perchè manca la dimostrazione scientifica. Indubbiamente, se un ceppo virale si afferma e diventa dominante in Europa, ha poi la strada spianata per diffondersi e raggiungere il resto del mondo". Non lo stupisce dunque che ci siano "meno ceppi cinesi circolanti. In ogni caso - conclude - il virus SarsCov2, come tutti i virus a Rna, muta. Gli effetti di queste mutazioni vanno ancora dimostrati".

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