Crisanti: "Zangrillo sbaglia, Coronavirus a Vo' da inizio gennaio"

Le dichiarazioni del virologo dell'Università di Padova: "C'è un numero importante di persone che al primo campionamento erano negative al tampone e stavano bene, ma hanno dimostrato di avere anticorpi"
Crisanti: "Zangrillo sbaglia, Coronavirus a Vo' da inizio gennaio"© ANSA

TORINO -  "Se il professore Zangrillo fosse andato a Vo' la prima settimana di gennaio e avesse visto le persone che magari erano positive al virus, probabilmente avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva. E poi si è visto quello che ha fatto, dipende dalla prospettiva". Così il virologo dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, ad 'Agorà' su Rai3. "Non comprendiamo bene" il Covid-19, "perché c'è un grande numero di asintomatici. A un certo punto, raggiunta una soglia critica, cominciano ad ammalarsi in modo così grave e con conseguenze così devastanti", ha aggiunto. "Dai test sierologici - ha aggiunto - abbiamo avuto invece sorprese interessanti: c'è un numero importante di persone che al primo campionamento erano negative al tampone e stavano bene, ma hanno dimostrato di avere anticorpi". In sostanza, si è visto che "il 5% della popolazione di Vo' ha anticorpi e questo ci permette determinare la data di entrata del virus a Vo' alla prima o seconda settimana di gennaio", a fronte del paziente uno di Codogno segnalato il 21 febbraio.

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Le parole di Crisanti sul Coronavirus

"Se avessimo potuto analizzare la circolazione del coronavirus intorno al 20 gennaio a Vo' avremmo detto che si trattava di un virus irrilevante. Questo fa capire come le affermazioni fatte ora, in un momento in cui c'è una bassa circolazione virale, non rappresentano la reale pericolosità di questo virus. E significa anche che i casi che ci sono in Italia, anche se pochi, non vanno sottovalutati" ha chiarito Crisanti. Questo virus, infatti, ha aggiunto in riferimento alle recenti polemiche sulla presunta diminuita pericolosità del Sars-Cov-2, "per motivi che non sappiamo, si diffonde senza farsi notare nella popolazione tra gli asintomatici, poi quando raggiunge una certa massa di contagi, le persone cominciano ad ammalarsi in modo grave e con conseguenze devastanti". Quindi "non esiste il rischio zero in questo momento". 

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