Coronavirus, Turchia: troppi fedeli, bloccati gli accessi a Santa Sofia

In programma oggi la prima preghiera nella moschea riconvertita: in prima fila anche il presidente Erdogan
Coronavirus, Turchia: troppi fedeli, bloccati gli accessi a Santa Sofia© EPA

ISTANBUL (Turchia) - Si tiene oggi la prima preghiera islamica a Santa Sofia, in Turchia, dopo la riconversione due settimane fa da museo in moschea del monumento simbolo di Istanbul. Alla cerimonia religiosa all'interno dell'edificio sarà ammesso circa un migliaio di persone per ragioni di sicurezza legate al coronavirus. La solenne preghiera del venerdì verrà officiata dal responsabile della Presidenza per gli affari religiosi (Diyanet), Ali Erbas, con la partecipazione delle massime autorità statali, tra cui il presidente Recep Tayyip Erdogan, che ha dichiarato di aver realizzato il suo "più grande sogno" riconvertendo quella che per quasi un millennio fu la basilica più grande della cristianità, prima di essere trasformata in moschea con la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453 e poi in museo da Mustafa Kemal Ataturk con un decreto del 1934, annullato il 10 luglio scorso dal Consiglio di stato di Ankara.

Coronavirus, Turchia: troppi fedeli in moschea

Migliaia di fedeli hanno iniziato a riversarsi nella zona di Santa Sofia sin dalle prime ore del mattino. Per la maggior parte di loro la preghiera si svolgerà all'esterno dell'edificio, in cinque aree già delimitate in base al distanziamento sociale. Ai partecipanti, che possono accedere attraverso 11 checkpoint, è stato chiesto di portare mascherine e tappetini personali per la preghiera. Imponenti le misure di sicurezza predisposte, con circa 20 mila agenti e oltre 700 operatori sanitari schierati. L'intera area predisposta per accogliere i fedeli all'esterno di Santa Sofia in occasione della prima preghiera islamica dopo la riconversione da museo in moschea del monumento simbolo di Istanbul è stata riempita e non saranno più ammessi ulteriori ingressi come misura precauzionale contro il Covid-19. Lo ha reso noto il prefetto della metropoli sul Bosforo, Ali Yerlikaya, a circa un'ora dall'inizio della solenne cerimonia religiosa del venerdì. Sin dalle prime ore del mattino, diverse migliaia di fedeli musulmani si erano riversati nella zona, chiusa al traffico già da ieri sera, con scene di assembramenti che hanno suscitato allarme rispetto ai rischi di diffusione del coronavirus.

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