Coronavirus, Crisanti: "Prevedo un lockdown a Natale"

Il virologo: "Occorre bloccare il virus, tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere di 15mila casi al giorno. Calcio? Il Dpcm lo deve bloccare tutto, non solo quello dilettantistico"
Coronavirus, Crisanti: "Prevedo un lockdown a Natale"© ANSA

"Via via che i casi sono aumentati, la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus. Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere di 15mila casi al giorno". Così Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova a Studio 24 su Rainews.

Coronavirus, Crisanti: "Lockdown a Natale"

"Credo che un lockdown a Natale sia nell'ordine delle cose: si potrebbe risettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo. I mezzi affollati sono una situazione che favorisce il contagio. Una cosa che si potrebbe fare è obbligare i passeggeri a indossare mascherine chirurgiche e vietare l'ingresso con mascherine fai da te. Avrebbe più effetto che discutere se diminuire la capienza. Il Cts manca di supporto tecnico-scientifico: è incredibile che non ci siano esperti del mondo accademico come avviene in tutti i Paesi del mondo. Invece ci sono esperti che l'epidemia l'hanno vista in televisione, non hanno visto come si combatte contro il contact tracing e gli effetti delle misure" ha aggiunto.

Coronavirus, Crisanti: "Tutto il calcio doveva fermarsi"

"Il vero problema è l'impostazione per cui le misure vengono prese per inseguire il virus e non per anticiparlo. È vero che non c'è un manuale per affrontare la pandemia ma dalla prima ondata avremmo dovuto imparare molte cose. La soluzione del dpcm sul calcio dilettanti è un compromesso per accontentare interessi economici. Si sarebbero dovuti proibire tutti gli incontri. Le terapie intensive sono in ritardo di una settimana, i morti di circa 20 giorni: con l'aumento dei contagi questi numeri peggioreranno. Forse più che le Regioni dobbiamo chiuse temporaneamente determinate aree di una regione, capire quali sono i luoghi dove ci sono più contagi. Se si generalizza si crea più danno che beneficio", ha concluso.

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