Nuovo Dpcm, Conte: Italia divisa in tre aree

Il Premier riferirà alla Camera alle 12 e al Senato alle 18 in relazione alle misure anti-Covid
Nuovo Dpcm, Conte: Italia divisa in tre aree

ROMA - Il Premier Giuseppe Conte riferirà alla Camera alle 12 e al Senato alle 18 in relazione alle misure del nuovo Dpcm anti-Covid. Dopo ore e ore di trattativa permangono le distanze tra Governo e Regioni: tra le ipotesi al vaglio coprifuoco alle 21, limitazioni per gli over 70, interruzione della mobilità tra Regioni e chiusura dei centri commerciali nei weekend.

Conte, il nuovo Dpcm

Alle 12.10, in ritardo rispetto all'ordine del giorno, è iniziata la "Seduta 420" alla Camera dei Deputati, con oggetto le comunicazioni di Conte sull’emergenza da Covid-19. Queste le parole del Premier: "La richiesta da me avanzata di intervenire oggi in Parlamento segue una precedente interlocuzione con i presidenti delle camere per individuare strumenti adatti per osservare un'interlocuzione costante durante la gestione della pandemia, in modo da avviare eventualemente provvedimenti immediati. Questo a fronte di un'evoluzione repentina del quadro epidemiologico. Già sabato il report di monitoraggio ha costretto a prefigurare un nuovo corpus di misure restrittive da adottare anche prima di mercoledì 4 novembre, data che era stata fissata per le mie comunicazioni al Parlamento. In ragione di questo, ho chiesto di anticipare a oggi affinché il Parlamento possa esprimersi al riguardo. Preannuncio la mia disponibilità ad accogliere rilievi e risoluzioni che saranno approvate questa mattina alla Camera e questa sera al Senato. Ai leader dell'opposizione ho prospettato l'ipotesi di costruire un tavolo con il Governo, per consentirgli di avere un quadro completo e veicolare più puntualmente distanze e proposte. Al momento la proposta è stata rifiutata. Se ci fossero ripensamenti, l'invito rimane immutato. La proposta non sottende confusione di ruoli o mira a sovrapposizioni di responsabilità. Il quadro epidemiologico nazionale ed europeo appare critico, la pandemia corre impietosamente in tutto il continente, costringendo ciascun paese a individuare misure più restrittive che si susseguono di settimana in settimana. L'Europa, all'interno di un quadro globale e preoccupante, è una delle aree più colpite dall'urto della seconda ondata. Nelle ultime due settimane la maggior parte dei paesi europei ha registrato un incremento".

Situazione sanitaria in Italia

Conte ha proseguito: "Anche l'Italia non fa eccezione. Il numero di nuovi casi è quasi raddoppiato rispetto alla settimana precedente. A ieri si registrano 378.129 contagiati, il 94% risulta in isolamento domiciliare, mentre al picco della prima ondata si curava in casa solo il 51,8% dei contagiati. Gli italiani contagiati sono di numero ben più elevato, anche se la gravità risulta inferiore rispetto alla prima ondata, oltre il 65% sono asintomatici o con lievi sintomi. A ieri c'erano 1939 persone ricoverate in terapia intensiva, occupando il 21% dei posti disponibili e il 18% di quelli che si otterranno con la distribuzione di nuove attrezzature. La stima dell'aumento di contagi è anche merito di un'accresciuta capacità di screening, abbiamo toccato anche punte di 215mila tamponi al giorno, quando a marzo ne venivano sottoministrati circa 25mila. A oggi siamo arrivati complessivamente a poco meno di 16milioni di tamponi. Di questi tamponi, l'80% sono stati distribuiti alle Regioni gratuitamente. C'è una rilevante differenza rispetto alla prima ondata. Oggi abbiamo un'accresciuta capacità di risposta. In questo momento non stiamo subendo un'insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva, piuttosto registriamo un crescente e preoccupante affollamento nelle altre strutture, subintensive e nell'area medica in generale. In questi ultimi giorni è stata messa in campo una duplice azione: accordo stralcio con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, per somministrare test rapidi anti-igienici per curare i malati presso i loro domicili. Il commissario Arcuri ha già acquisto 10 milioni di test rapidi che saranno distribuiti alle regioni e alle scuole, in modo da ridurre le quarantene. Le regioni potranno somministrare fino a 100mila tamponi rapidi al giorno. In sostanza sarà possibile far crescere ulteriormente la capacità di screening italiana. Nei prossimi giorni contiamo di arrivare fino a 350mila test al giorno e potremo disporre di ulteriori 433 medici e 866 infermieri militari. Siamo anche in condizione di intervenire con 4 strutture da campo dell'esercito ove necessario, impiegabili con un preavviso da 72 ore in giù. Nonostante gli sforzi per rafforzare il sistema sanitario, l'evoluzione della pandemia risulta molto preoccupante. Secondo gli studi l'Italia è considerata 'in via di transizione' verso uno scenario di tipo 4. Si conferma pertanto un quadro complessivamente grave su tutto il territorio nazionale, con specifiche criticità in regioni o province autonome, considerate in alcuni casi a rischio elevato o molto elevato di trasmissione del virus. Altre sono classificate con rischio moderato e probabilità altà di diventare a rischio elevato nel prossimo mese. Sempre nel prossimo mese c'è il rischio concreto che 15 regioni possano superare i posti disponibili nelle proprie strutture".

Monitoraggio più sofisticato

E ancora: "In questo momento non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino gli effetti, che ci auguriamo positivi, delle disposizioni contenute nell'ultimo Dpcm. Alla luce di tutto questo siamo costretti a intervenire in un'ottica di prudenza e massima precauzione per attuare ulteriori misure. Questa strategia va necessariamente modulata in base alle differenti criticità dei territori e del livello di rischio concretamente rilevato. Sulla base di criteri scientifici oggettivi e predefiniti sarà quindi necessario introdurre un regime differenziato. In Italia è stato elaborato questo sistema di monitoraggio nel corso di questi ultimi mesi che oggi ci pone in condizione diversa rispetto ad altri paesi che non lo possiedono. E di cambiare strategia rispetto alla prima fase, quando siamo stati costretti a difenderci rinchiusi nelle proprie case contro un nemico invisibile. Sprovvisti di un sistema di monitoraggio così sofisticato, avevamo emenato provvedimenti generali e uniformi su tutto il territorio nazionale, che ci hanno condotto a un lockdown generalizzato. Abbiamo sempre agito in tema di massima precauzione. Oggi disponiamo di una struttura diversa, che non si limita a misurare il tasso di contagiosità sui territori, ma è un piano che elabora il flusso dei dati provenienti dal territorio sulla base di 21 differenti parametri. Un sistema molto articolato che oggi ci impone di intervenire in modo più mirato, in ragione delle variazioni delle soglie di criticità. L'effetto sarà di intervenire a più riprese e in modo mirato. Se invece al cospetto di un sistema così avanzato riproponessimo oggi un regime restrittivo indifferenziato otterremmo un duplice risultato negativo".

Il possibile nuovo Dpcm

Ecco le nuove restrizioni proposte: "Al tal fine il prossimo Dpcm individuerà 3 aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio. L'inserimento di una regione all'interno di una delle tre aree arriverà con ordinanza del ministro della salute e dipenderà esclusivamente dal coefficiente di rischio raggiunto dalla regione. Sarà possibile uscire da un'area di rischio con parametri compatibili per il passaggio di fascia. Dove non vi è rischio alto, intendiamo intervenire solo con alcune misure che aiutino a non diffondere il contagio. Pensiamo in tal senso di disporre la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, a eccezione di farmacie, negozi di genere alimentari, tabacchi ed edicole presenti all'interno. In coerenza con la chiusura di sale gioco e bingo, vogliamo chiudere anche sale scommesse. Chiuderanno ahimé anche musei e mostre, e prevediamo riduzione anche del 50% dei limiti di capienza sui mezzi pubblici locali. Intendiamo inserire limiti negli spostamenti nelle regioni a rischio salvo che questi siano dettati da ragioni lavorative, situazioni di salute e necessità. Prevediamo limiti negli spostamenti oltre un'ora tarda. Prevediamo infine la possibilità che le scuole secondarie e di secondo piano possano passare alla didattica a distanza, sperando che sia una misura temporanea. Per le regioni con rischio più elevato, invece, ci saranno misure più restrittive".

Aiuti rapidi e mirati

Il Presidente del Consiglio ha poi concluso: "Siamo consapevoli dei disagi e siamo coscienti delle profonde ripercussioni che le restrizioni avranno sull'attività economica, sulle produzioni e sui redditi. Voglio ribadire che non vi può essere alcun dilemma tra la difesa della salute e della nostra economia. Tanto più velocemente allenteremo la curva dei contagi, tanto prima saremo in grado di tornare alla normalità. Intanto abbiamo disposto il blocco dei licenziamenti fino al marzo del prossimo anno. Anche a fronte di queste ulteriori limitazioni, stiamo già lavorando per realizzare ogni azione utile per ristorare e sostenere i settori colpiti. Per questo cercheremo di organizzare tutto al più presto. Ogni crisi è un'opportunità di cambiamento e trasformazione. Quella che stiamo vivendo è la terza crisi nello spazio degli ultimi 15 anni. L'Italia, l'Europa e l'Occidente hanno l'opportunità di cogliere questa sfida. Necessario un nuovo patto tra pubblico e privato. Anche in un momento così drammatico, non possiamo permetterci di distogliere lo sguardo verso il futuro. Non conosciamo il volto dell'Italia che verrà, ma sappiamo che le trasformazioni in atto lo cambieranno profondamente. Dobbiamo accompagnare questa transizione. Nessuno può sentirsi esonerato da questa fase storica. Restiamo uniti in questo drammatico momento, a dispetto delle diverse idee o convinzioni, in nome dell'unità e dei valori a fondamento del nostro quadro costituzionale".

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