Sileri: "Crisanti si sbaglia, il vaccino è sicuro"

"Rientrerò nelle categorie che possono accedervi e lo farò subito", la risposta del viceministro della Salute al direttore di microbiologia e virologia all'Università di Padova
Sileri: "Crisanti si sbaglia, il vaccino è sicuro"© ANSA

ROMA - Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, replica al direttore di microbiologia e virologia all'Università di Padova Andrea Crisanti: "Credo che Crisanti si sbagli - afferma ai microfoni di Rainews24 -: il vaccino sarà sicuro. Quando arriverà, e io rientrerò nelle categorie che possono farlo subito, lo farò. Sul vaccino contro il Coronavirus innanzitutto dovremo aspettare la certificazione dell'ente regolatorio. È vero che è andato tutto molto veloce, ma è anche la prima volta che sono stati messi così tanti finanziamenti, ed è la prima volta che vengono trovati dei volontari per la sperimentazione in un tempo così rapido. È la prima volta che il mondo si confronta con qualcosa di nuovo".

Crisanti: "Non farò il vaccino"

"Senza dati, non me lo faccio, perchè voglio essere rassicurato che è stato testato e soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Come cittadino ne ho diritto, non sono disposto ad accettare scorciatoie", erano state le parole di Andrea Crisanti, ieri a Focus Live, Festival della divulgazione scientifica di "Focus", ospitato al Museo scienza e tecnologia 'Leonardo Da Vinci' di Milano: "I vaccini funzionano, io sono favorevolissimo sia ben chiaro, ma questi vaccini sono stati sviluppati saltando la sequenza delle fasi 1, 2 e 3. Facendo fase 1, 2 e 3 in parallelo, di fatto ci si porta appresso tutti i problemi delle varie fasi. È vero che così si arriva prima, ma poi serve tutto un processo di revisione dietro, che non è molto facile da fare. In questo momento non abbiamo niente a disposizione, dobbiamo creare l'arma (contro il Covid ndr), dobbiamo creare un sistema sorveglianza nazionale che superi differenze regionali, sia per iniziativa ma anche per equiparare le differenze tra le regioni. Questa epidemia ha mostrato e messo in luce una serie problemi legati ai rapporti Stato-Regioni per la sanità".

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