Covid, Crisanti: "Ancora non abbiamo calendario di vaccinazione"

Il virologo si lamenta del piano vaccinale italiano: "Noi paghiamo il fatto che AztraZeneca non abbia ancora ricevuto l’autorizzazione"
Covid, Crisanti: "Ancora non abbiamo calendario di vaccinazione"© ANSA

TORINO - "Per piano vaccinale io intendo che una persona riceva un messaggio per sapere più o meno quando riceverà il vaccino. Alle persone normali tutta la fase logistica non credo che interessi". Sono le parole di Andrea Crisanti, ospite a Omnibus su La7. Il Il medico e divulgatore scientifico ha detto la sua sul piano vaccinale italiano: "Prendiamo ad esempio altri paesi. Israele ha cominciato a pianificare la vaccinazione da metà ottobre, a metà dicembre aveva già calendarizzato milioni di persone, e dopo quattro settimane ha fatto 3 milioni di vaccini di prima dose e 1 milione di seconda dose. Questo è quello che io definisco pianificazione altrimenti stiamo improvvisando. Noi ancora non abbiamo programmato un calendario di vaccinazione."

Sul ritardo dei vaccini

Il direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova sostiene che: "Anche se dovessero arrivare le dosi non saremo pronti ad affrontare un piano vaccinale adeguato. Adesso abbiamo la scusa che Pfizer non consegna i vaccini. Ma noi paghiamo il fatto che AztraZeneca non abbia ancora ricevuto l’autorizzazione, anche se ha già fatto sapere che non riuscirà a soddisfare le richieste. C’è stato un errore nell’acquisto delle dosi vaccinali, l’Europa ha contrattato male ma l’Italia aveva la possibilità di fare meglio."

Le varianti del virus e il monitoraggio

Crisanti si sofferma anche sulle varianti del virus: "La variante inglese è sicuramente più contagiosa perché ha un indice di riproduzione R0 a 3.4, quindi è decisamente di più della variante che si sta sviluppando in Europa. Questo si ripercuote non tanto sull'efficacia del vaccino ma sulla percentuale di popolazione da vaccinare per interrompere la riproduzione, la cosiddetta immunità di gregge. Per la variante che si sta sviluppando in Europa dovrà essere vaccinata circa il 70% della popolazione mentre per la variante inglese circa l’80%. Pone quindi dei problemi logistici importanti." Infine il virologo ammette che se si dovesse sviluppare una variante del coronavirus resistente al vaccino l'unica soluzione sarebbe quella di un nuovo lockdown e avverte: "Vigilare sulle varianti resistenti al vaccino. In Italia non viene fatto monitoraggio".

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