"Vaccini AstraZeneca e J&J solo agli over 50 se virus rallenta"

Le parole del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: "E' indispensabile massimizzare i benefici e minimizzare i rischi"
"Vaccini AstraZeneca e J&J solo agli over 50 se virus rallenta"© EPA

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha parlato dei vaccini in occasione del monitoraggio indipendente della settimana 2-8 giugno 2021: "Se da un lato non bisogna rallentare il ritmo della campagna vaccinale, è indispensabile massimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi, evitando al contempo di compromettere definitivamente la fiducia per i vaccini a vettore virale, AstraZeneca e Johnson&Johnson. Di conseguenza, in questa fase di bassa circolazione virale i vaccini a mRNA dovrebbero essere riservati alle fasce più giovani della popolazione, destinando agli over 50 quelli a vettore adenovirale che mantengono un ottimo profilo rischio-beneficio anche con bassa incidenza dei casi. Da valutare - aggiunge - la possibilità di controindicarne l'uso nelle persone più giovani, in particolare negli under 30. Indispensabile, in ogni caso, migliorare l'informazione sul profilo rischi/benefici con un consenso informato più dettagliato per gli under 50 che volessero comunque immunizzarsi con vaccino a vettore virale, i cui eventi avversi restano comunque molto rari".

I rischi di AstraZeneca e J&J per gli under 50

"Riguardo alle recenti polemiche sugli open day per i giovani e i rari effetti avversi associati al vaccino AstraZeneca - spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - bisogna ribadire che in un'ottica di salute pubblica e di strategie vaccinali il profilo beneficio-rischio del vaccino si modifica in relazione alla circolazione del virus". Tuttavia nei soggetti più giovani, già a minor rischio di Covid-19 severa, in condizioni di bassa circolazione virale l'incidenza di effetti avversi, seppur molto bassa, supera i potenziali benefici del vaccino nel prevenire ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso. "In altre parole, nel quadro epidemiologico italiano delle ultime tre settimane - precisa Cartabellotta - nelle persone di età inferiore a 50 anni i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici. Ed è anacronistico che, a fronte delle indicazioni del ministero della Salute che già dallo scorso 7 aprile raccomandava AstraZeneca 'preferenzialmente' per gli over 60, nelle ultime 3 settimane, su un totale di 1.431.813 dosi di vaccini a vettore adenovirale somministrate, il 33,1% (473.578 dosi) siano state somministrate a persone under 50 e l'11% (158.156 dosi) nella fascia 18-29".

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