Spalletti: "Il sogno con l'Italia, Napoli ultimo club e la maglia strappata a Maradona"

Il commissario tecnico della Nazionale è stato ospite del programma condotto da Fabio Fazio sul Nove: gli aneddoti, i ricordi e i progetti per il futuro

Luciano Spalletti, attuale commissario tecnico della Nazionale italiana, è stato ospite dell'ultima puntata di Che Tempo Che Fa, andata in onda domenica 9 marzo in prima serata sul NOVE. Nel salotto televisivo di Fabio Fazio, il ct ha condiviso le sue riflessioni sul ruolo di allenatore degli Azzurri, che il 20 e il 23marzo scenderanno in campo contro la Germania per le qualificazioni alle Final Four della Nations League: "Teso lo sono sempre un po', perché è sempre emozionante quando si disputano le partite, paura, assolutamente no, perché non esiste".

Spalletti e le parole sulla Nazionale a Che Tempo Che Fa

Nel corso dell'intervista, Spalletti ha poi spiegato a Fazio cosa significhi essere l'allenatore della Nazionale Italiana: "Quando ci si trova sulla panchina dell'Italia, si capisce davvero cosa significhi appartenenza, grazie a tutti i ragazzi che sono passati per la Nazionale, abbiamo vissuto momenti incredibili. Noi siamo ripartiti dai giovani perché pensiamo che abbiano quella novità da farci vedere che noi ancora non conosciamo oppure che abbiano più energia". Ed ancora: "Abbiamo tante responsabilità ma è giusto prendersele. Io ho un bellissimo rapporto con i miei ragazzi, ma non solo con la mia squadra della Nazionale, anche con quelli che ho allenato in passato, mi è sempre piaciuto avere un rapporto con loro perché mi sono anche sentito un punto di riferimento se magari a casa non avevano nessuno con cui parlare"...

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Le responsabilità per la Nazionale 

Luciano Spalletti ha poi aggiunto: "I giorni prima delle partite, fuori dall'hotel, dallo stadio è sempre pieno di tifosi che sventolano le foto dei calciatori come se fosse quella del figlio che non vedono da anni e, quindi, noi abbiamo grande responsabilità in quello che facciamo, dobbiamo stare attenti". Il commissario tecnico ha anche ricordato da dove arriva il suo amore per il pallone: "Il calcio è sempre stato la mia passione, o da allenatore o da calciatore sono stato in tutte le categorie, tranne in una: la prima categoria dei dilettanti, tornerei indietro solo per fare anche quello step". Poi si è lasciato andare a delle riflessioni importanti: "La sconfitta è tale soltanto quando non ti insegna niente, per cui, se ti insegna qualcosa, è motivo di ripartenza. I calciatori lo hanno dimostrato anche in Nations League, siamo stati all'altezza del contesto che abbiamo trovato"...

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Spalletti, il ricordo del Napoli e l'amore per la Toscana

In riferimento alla sua passata esperienza di allenatore del Napoli (dal 2021 al 2023), Luciano Spalletti ha affermato: "Sono sempre arrivato in squadre e spogliatoi che, inizialmente, mi spaventavano un po' perché sono ambienti in cui io non sono mai arrivato come calciatore e quindi avevo sempre paura di non essere all'altezza. A Napoli ho dato il cuore e, poi, mi sono anche trasferito a Castel Volturno, così potevo concentrarmi meglio sul lavoro". Ed ancora: "Ho comprato solo un divano-letto, una brandina per poterci dormire. Perché il centro sportivo di Castel Volturno è abbastanza distante da Napoli. A volte incontravi la classica fila che ti faceva perdere tempo e io invece dovevo dedicargli tutto il mio tempo perché si dice che se si vuole bene a qualcosa l’unico regalo d’importante che bisogna fargli è il tempo. Al Napoli l’ho dedicato tutto". Luciano Spalletti ha svelato alcune curiosità sulla sua vita fuori dal campo: "Sono molto affezionato a quelle che sono le mie origini e me ne rendo conto quando sento che sono felice mentre guido verso la Toscana. A casa, in campagna, ho tanti animali e lavoro anche la terra, tutti dovrebbero avere questo contatto con la natura, è molto importante"...

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Il ricordo di Maradona e il futuro di Spalletti

Uno dei momenti salienti dell'intervista è stato anche il ricordo di una partita di Coppa Italia del 1988 tra Spezia e Napoli, durante la quale Spalletti, allora centrocampista dello Spezia, si trovò ad affrontare Diego Armando Maradona, e per fermarlo usò perfino le maniere forti, strappandogli la maglia: "Non c’era modo di tenerlo. Avevamo fatto gol, lui c’era rimasto male e si è arrabbiato, andando fino in porta. Poi, dopo il fallo, ha tirato la punizione: gol dell'1-1". Nella sua stanza a Castel Volturno, Spalletti aveva appeso diverse maglie di Maradona, simbolo di ispirazione e forza per lui e per la squadra. Ha commentato: "Perché Maradona era sempre lì sopra a vigilare su di noi. Per sentirlo più vicino e avere qualcosa in comune con lui, ci dava forza". Il ct ha dichiarato che la sua esperienza al Napoli sarà l'ultima in un club italiano, sottolineando la difficoltà di allenare un'altra squadra in Italia dopo aver guidato il il club calcistico partenopeo: "Napoli è la mia ultima esperienza nei club, non avrei mai potuto allenare un’altra squadra in Italia".

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Lo Scudetto e "quel soprammobile..."

"Chi vince lo Scudetto? Non me lo fate dire. Io non lo so. Se dico una squadra... sono l'allenatore di tutti. Chi non lo vince? Ce ne sono diverse in fondo, non posso fare nomi". Spalletti dribbla così la domanda sul campionato italiano. "Sogno una partita a carte su un aereo con il Presidente della Repubblica, con quel 'soprammobile' lì. Sarebbe una cosa memorabile, imparerei pure a fumare la pipa se ci fosse tutto quel contesto". Il ct rivela così quale sia il suo sogno da ct della Nazionale e fa riferimento a quanto accadde nel 1982 sull'aereo che riportava in Italia da Madrid i neocampioni del mondo assieme al Presidente Sandro Pertini, e a quella partita a scopone in aereo che vide protagonisti lo stesso Pertini, Dino Zoff, Franco Causio e il ct Enzo Bearzot, con la Coppa del Mondo appena conquistata sul tavolino. 

 

 

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Luciano Spalletti, attuale commissario tecnico della Nazionale italiana, è stato ospite dell'ultima puntata di Che Tempo Che Fa, andata in onda domenica 9 marzo in prima serata sul NOVE. Nel salotto televisivo di Fabio Fazio, il ct ha condiviso le sue riflessioni sul ruolo di allenatore degli Azzurri, che il 20 e il 23marzo scenderanno in campo contro la Germania per le qualificazioni alle Final Four della Nations League: "Teso lo sono sempre un po', perché è sempre emozionante quando si disputano le partite, paura, assolutamente no, perché non esiste".

Spalletti e le parole sulla Nazionale a Che Tempo Che Fa

Nel corso dell'intervista, Spalletti ha poi spiegato a Fazio cosa significhi essere l'allenatore della Nazionale Italiana: "Quando ci si trova sulla panchina dell'Italia, si capisce davvero cosa significhi appartenenza, grazie a tutti i ragazzi che sono passati per la Nazionale, abbiamo vissuto momenti incredibili. Noi siamo ripartiti dai giovani perché pensiamo che abbiano quella novità da farci vedere che noi ancora non conosciamo oppure che abbiano più energia". Ed ancora: "Abbiamo tante responsabilità ma è giusto prendersele. Io ho un bellissimo rapporto con i miei ragazzi, ma non solo con la mia squadra della Nazionale, anche con quelli che ho allenato in passato, mi è sempre piaciuto avere un rapporto con loro perché mi sono anche sentito un punto di riferimento se magari a casa non avevano nessuno con cui parlare"...

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