Morte Kobe Bryant: chi era sull'elicottero e le cause dell'incidente

Insieme all'ex stella dell'Nba e alla figlia 13enne c'erano altre sette persone: le autorità sono al lavoro per comprendere i motivi della disgrazia. Il pilota aveva ricevuto permesso di volare
Morte Kobe Bryant: chi era sull'elicottero e le cause dell'incidente© Icon Sports Media /AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

TORINO - La nebbia in particolare, in una giornata scura sui cieli di Los Angeles, potrebbe essere tra le cause principali dell'incidente in elicottero sulla collina di Calabasas, nella contea di Los Angeles, che ha causato la morte di Kobe Bryant, della figlia Gianna Maria e di altre sette persone a bordo. La National Transportation Safety Board (Ntsb) ha inviato un team per valutare tutte le circostanze, a partire proprio dalla fitta nebbia (con una umidita' del 100%) che aveva indotto il dipartimento di polizia di Los Angeles a lasciare a terra i suoi elicotteri. Un portavoce della polizia, citato dalla Cnn, ha affermato che le condizioni meteo non rispettavano gli standard minimi per volare. Ma gli investigatori intendono valutare anche la documentazione sulla manutenzione dell' elicottero, un Sikorsky S-76B del 1991, quanti passeggeri poteva portare, l'esperienza del pilota. Sotto la lente di ingrandimento anche il proprietario e l'operatore del velivolo. L'ex stella Nba e la figlia 13enne erano attesi alla Mamba Sports Academy di Thousand Oaks per una partita di basket. Insieme a loro, secondo quanto riporta la stampa americana, anche l'esperto pilota di origini armene Ara Zobayan, John Altobelli, allenatore di baseball dell'Orange Coast College con la figlia Alyssa e la moglie Keri, Christina Mauser, assistente allenatrice di pallacanestro della Harbour Day School, infine Sarah e Payton Chester, mamma e figlia residenti a Orange Country come i Bryant. Le indagini sono in corso: l'autorità federale dell'aviazione, l'ente nazionale per la sicurezza dei trasporti e l'FBI stanno indagando sull'incidente. Intanto, la tragedia che ha portato alla morte di Bryant ha suscitato nel mondo dolore e tributi non solo tra gli sportivi (Dallas ritirerà la maglia 24): Kobe è stato ricordato, tra l'altro, anche ai Grammys.

Kobe Bryant, il pilota aveva ricevuto permesso di volare

Il pilota dell'elicottero a bordo del quale sono morti Kobe Bryant, la figlia Gianna Maria e altre sette persone, aveva avuto il permesso di volare in base alle 'Special Visual Flight Rules' (Vfr), ossia le regole del volo a vista, a causa delle condizioni meteorologiche (fitta nebbia). Lo si apprende da una conversazione audio del pilota con i controllori di volo. Le VFR sono regole speciali con cui viene data l'autorizzazione ai piloti di volare in condizioni meteorologiche peggiori di quelle consentite dalle norme standard. Secondo quanto riporta la Cnn, la torre di controllo dell'aeroporto di Burbank ha permesso all'elicottero di procedere verso nord-est seguendo l'autostrada I-5.

Grammy Awards, l'omaggio a Kobe Bryant

All'esterno dello Staples Center di Los Angeles, dove si è svolta la cerimonia, una folla di tifosi commossa si è radunata per omaggiare la ex stella dei Lakers morta a 41 anni. La cerimonia dei Grammy Awards si è aperta con un momento di silenzio per Bryant, il CEO ad interim della Recording Academy Harvey Mason Jr. ha aperto la cerimonia, dicendo ai partecipanti: "Come molti di voi sapranno, oggi abbiamo perso Kobe Bryant in un tragico incidente in elicottero. Dato che siamo a casa sua, vi chiederei di unirvi a me in un momento di silenzio". Gli artisti arrivati allo spettacolo hanno reagito alla morte di Bryant perlato della sua influenza. Keb 'Mo', artista blues e candidato ai Grammy, ha definito la morte di Bryant "una perdita enorme". L'artista britannico Labrinth ha dichiarato: "È stata una notizia folle ascoltare questa mattina. Fa parte della mia vita da molto tempo. ... Non ci potevo credere". Prima della sua esibizione, la cantante Lizzo ha detto: "Questa è per Kobe" e ha continuato a esibirsi cantando 'Truth Hurts' e 'Cuz I Love You'. Alicia Keys ha detto di sentirsi "follemente triste" per Bryant che ha definito un eroe.

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