Nba, Lebron James e il record che divide

I Lakers vanno male, ma non a causa sua. Lui a 38 anni stupisce ed è a 10 gare dal primato di punti in ogni epoca di Jabbar. Ma c’è chi lo critica
Nba, Lebron James e il record che divide© EPA

Paradosso vuole che LeBron James, il più forte giocatore del suo tempo - che è anche il nostro - sia divisivo e scateni discussioni. Per esempio sul record di punti segnati da un singolo giocatore in carriera, che ormai è distante pochi giorni. Molti critici sostengono che non conta segnare tanto se la squadra non va bene, e i Lakers sono chiaramente a rischio play-in, non solo playoff. C’è chi sostiene che LBJ sia addirittura sopravvalutato, ora pensi soltanto a se stesso. Che non sia un vincente. Incredibile vero? In parte è il destino dei più grandi. LeBron ha vinto 4 titoli ed è sempre stato l’MVP delle finali conquistate. Ha portato un titolo a Cleveland. Il pur leggendario Kareem Abdul Jabbar ha vinto 6 anelli, ma eccezion fatta per Milwaukee (dove comunque c’era Oscar Robertson), gli altri nei Lakers di Magic Johnson. L’uomo che si chiamava Lou Alcindor ha disputato 20 stagioni nella Nba, LBJ è alla ventesima, ma Jabbar ha giocato 200 partite in più. Certo il tiro da tre pesa eccome e Jabbar lo ha visto, ma per nulla o quasi praticato, a fine carriera. Insomma, hanno entrambi segnato un’epoca e non sono paragonabili. E però LeBron sta facendo stropicciare gli occhi a chiunque. Chi ha mai visto un 38enne di 2,04 arrivare con la testa al ferro (3 metri e 05, guardate la foto)? Chi ha mai visto un giocatore così fisicamente dominante, ma anche tecnicamente. Fermerà un po’ il gioco, ma nulla al confronto dell’incensato (giustamente) Luka Doncic.

Numeri irreali

Dal 30 dicembre scorso, giorno del suo 38° compleanno, LeBron viaggia a 37 punti di media esatti, con 9.7 rimbalzi e 8.6 assist e tirando oltre il 55% dal campo. Suvvia, non sono numeri reali, tantomeno normali. Eppure. Nel giorno del ricordo di Martin Luther King ne ha segnati 48 a Houston. È stata la sua centesima gara con almeno 40 punti e gli resta solo una squadra a cui rifilarne tanti: i Los Angeles Clippers. Ora allenati dal suo amico Tyrone Lue che ha già annunciato di voler assolutamente essere presente nel giorno del sorpasso di LBJ a Kareem. Jabbar ha segnato 38.387 punti, LeBron è a 38.072. Gliene mancano 316 per lo storico sorpasso alla leggenda. Che potrebbe essere fra dieci partite, cioè il 5 febbraio in casa contro New Orleans, viaggiando alla media stagionale (29,7 punti, pazzesco per uno cui Jabari Smith di Houston l’altra sera ha ricordato che aveva giocato contro il suo babbo). Ovvio, LeBron non dovrebbe saltare partite (ne ha mancate 10 quest’anno, tra acciacchi e riposi), altrimenti il record slitterà di qualche giorno. Ma ormai il conto alla rovescia è cominciato e si attende soltanto il grande momento. Che segnerà la stagione e il tempo.

LeBron ha segnato un'epoca

Perché comunque la si voglia guardare, LeBron ha segnato un’epoca. Non il primo giocatore che diventa azienda, ma il primo a dimostrare che è il campione a decidere dove giocare e non la franchigia a scegliere se prenderlo o meno. Perché LeBron è un affare, potrebbe esserlo fino alla fine, quando vorrà probabilmente giocare con il figlio Bronny. Intanto l’uomo nato ad Akron ha superato da due partite i 38.000 punti cui neppure il “postino” Karl Malone era approdato. James nella sua ventesima stagione da pro ha superato i 1.000 punti. Pretestuosi i dibattiti sul fatto se LeBron sia il più grande di ogni tempo, perché le epoche non sono mai paragonabili tra loro, ancor meno con il cambiamento del gioco e delle regole avvenuto nel tempo. Ma che King James sia l’uomo che ha segnato la sua epoca, non c’è dubbio. Soltanto Steph Curry,probabilmente ha potuto tanto. E coach Steve Kerr, parlando poco prima del ricevimento alla Casa Bianca dei Golden State Warriors lo ha detto apertamente: «È Curry il Michael Jordan moderno. Quando giocavo con MJ, metà del pubblico indossava la sua maglia: oggi lo stesso accade con quella di Steph». Ma questa è un’altra storia. Adesso viviamo i giorni del sorpasso. Da parte del Re.

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