Reggiana, Diouf: “Ho un sogno, divento forte e aiuto i miei”

L’ala-centro già nel giro della Nazionale: “Andare ai Mondiali sarebbe super. In Senegal ho le radici e mia nonna, l’Italia ci ha dato un’opportunità”
Reggiana, Diouf: “Ho un sogno, divento forte e aiuto i miei”

TORINO - Ci sono stagioni inattese, nel bene e nel male. Del resto nello sport non si possono programmare anche i risultati. Importante è avere un progetto, come Reggio Emilia lo ha. Per esempio a fine 2022 la presidente Veronica Bartoli ha annunciato la costruzione della Casa Biancorossa, una struttura che avrà campi da allenamento e gioco per le giovanili, uffici, magazzini e altri locali per la ristorazione. Tutto al servizio della città, di altre società non soltanto di basket. Un’idea per continuare a promuovere l’attività giovanile a partire dal proprio settore diretto da un’istituzione nazionale come Andrea Menozzi, che ha rinnovato fino al 2026 (ora di nuovo con un altro professore, Giordano Consolini) e ha prodotto giocatori in continuità. La vera vittoria, con i giovani. Uno degli ultimi prodotti è Mouhamet Diouf, per tutti Momo, ala centro del 2001 già nel giro azzurro. L’Unahotels è ultima, ma domenica ha vinto una gara chiave contro Napoli e ora è a 12 punti, cioè a 2 dal terzetto composto da Napoli. Scafati e Verona. La Reggiana ha anche cambiato volto con l’arrivo di coach Sakota al posto di Menetti: dentro Jeremy Senglin (dopo l’arrivo e taglio di Nembhard) e Marcus Lee, dentro Beka Burjanadze.

Stile personale

Diouf è in scadenza di contratto quadriennale, il suo spazio è stato intermittente. Ma dalla 16ª giornata Sakota lo ha inserito in quintetto 4 volte su 6, forse per metterlo subito in ritmo, dare un segnale di fiducia, anche tenersi una soluzione dalla panchina. Diouf risponde, perché chiede soltanto spazio: «È sempre bello partire in quintetto, dare un contributo di energia e sono pronto a dare il massimo. La vittoria su Napoli è stata importante, ci serviva per la classifica ma ancor più per la fiducia. Non so dire perché la stagione finora sia andata così. Ma so che noi tutti crediamo nella salvezza. Siamo convinti». Anche se già nel giro azzurro, del resto i centimetri non si insegnano, Momo sa di dover conquistare tutto: «Mi sento all’inizio del percorso, lo so bene, ho tantissimo da imparare. Il contratto è in scadenza, ma sono molto concentrato sulla stagione. Mancano 9 partite. Poi parleremo, io voglio solo giocare per migliorare». Diouf non ha riferimenti: «Cerco di prendere spunto da tanti, ma vorrei costruire un mio stile. Posso giocare ala forte o centro, come adesso. Posso difendere sui cambi e sugli esterni, però è importante rendersi utile secondo i dettami dell’allenatore e le necessità del gruppo. Con Sakota è nato subito un buon rapporto, ho dovuto adattarmi al suo gioco, ma sono pronto».

I sogni nel cassetto

Momo ha tanti sogni ma preferisce restare ancora al suolo, anche se andare al Mondiale «sarebbe fantastico, un’esperienza che non riesco a immaginare», anche se «sono stato felicissimo dell’ultima convocazione, giocare in Spagna un’emozione incredibile». Avrebbe potuto scegliere il Senegal: «Ma l’Italia ha dato alla mia famiglia un’occasione e a me l’opportunità di crescere, non ci ho pensato un attimo». Però Diouf non dimentica le radici a Dakar: «Sono arrivato in Italia a 6 anni, ricordo tutti sull’aereo, papà era qui già da qualche anno, si è sacrificato tanto. Sono legato a Dakar, ci sono nato e cresciuto». Ed è legato a nonna, tanto da dedicarle il profilo whatsapp: «Nonna Balsaw per me è tutto, però posso vederla solo d’estate, nei ritagli. La sento sempre vicina. Il mio sogno principale è arrivare più in alto possibile anche per aiutare la famiglia. Spesso non possono vedermi giocare a causa del lavoro». Il basket è arrivato per caso, nessuno giocava in famiglia: «E io ho iniziato col calcio, difensore, però sono cresciuto troppo e dopo 2-3 anni ho lasciato. Credo che per esempio il calcio aiuti sulla velocità di piedi». Ma il basket ora è la sua strada, «E il calcio non lo seguo più. Però mi piace ancora giocare». Come gli piace ascoltare musica, distrarsi con i video game, restare in casa. Così Diouf costruisce il futuro.

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