
La conferma, l’ennesima, è più importante perché arriva direttamente in Europa, a Parigi, in occasione dei Paris Games, la prima volta che la lega gioca due gare di stagione regolare. E la conferma arriva dal commissioner Adam Silver, erede e successore del grande David Stern. Dapprima il dirigente lo dice in una intervista al quotidiano Le Figar: «Stiamo parlando, siamo interessati all’Europa, Possiamo aiutare a far crescere il gioco in Europa, dove ha già molto interesse. Come in Africa con la BAL (Basketball African league), potrebbe prendere la forma di una lega indipendente, in collaborazione con la Fiba e con leghe già esistenti. Ci stiamo muovendo piano per assicurare che tutto quello che facciamo sia accettato dall’ecosistema del basket che è già esistente. Abbiamo cominciato a parlare in estate e a guardare le Olimpiadi. Che hanno avuto grande ritorno. Abbiamo avuto conversazioni dirette con degli investitori questa settimana. Vogliamo rispettare le tradizioni degli sport europei, indipendentemente da qualsiasi direzione in cui andiamo. Parliamo di una competizione che sarà probabilmente indipendente dalla Nba. Sarà una lega davvero europea. La forma che assumerà è ancora in fase di studio. Stiamo parlando con numerosi gruppi per capire quali opportunità esistono realmente». La decisione spetterà ovviamente alle franchigie che sono la base della Nba. Silver però ha idea di potenziare subito la presenza attraverso più partite di stagione regolare: «Non siamo pronti per una division Nba in Europa, servirà un progresso nei trasporti».
"Torneremo in Europa"
Ma is giocheranno più partite e non è detto che siano ancora a Parigi, o a Londra come in passato. Si parla di Manchester e Berlino: «Al momento non è chiaro se torneremo a Parigi la prossima stagione. Torneremo sicuramente in Europa però. Non è facile programmare le partire al di fuori degli Stati Uniti e c’è molta concorrenza per ospitarle. L’interesse verso il basket in Europa sta crescendo e il nostro obbiettivo è di essere davvero globali. Potremmo spendere una settimana in Europa giocando in diverse città? Questo è qualcosa da tenere in considerazione. Mi piace l’idea di prendersi una pausa negli Stati Uniti e giocare da qualche altra parte nel mondo». Dove peraltro l basket ha seguito.
"Allargare la diffusione globale"
In conferenza stampa prima di San Antonio-Indiana, Silver ha poi aggiunto altro, pur restando sul vago sul lancio della nuova lega: «Il 30% dei nostri giocatori sono non statunitensi, da oltre 30 nazioni diverse. Questa opportunità è un modo per allargare ancora di più la diffusione globale del gioco. Abbiamo meeting con investitori come leader dei club, FIBA e molto altro, stiamo sondando il territorio qui, ma non siamo ancora pronti a fare annunci ufficiali. Stiamo cercando di capire se c’è un percorso da esplorare. Molti dei nostri migliori giocatori sono europei, perciò stiamo cercando di capire se ci siano opportunità commerciali qui». E' sempre una questione economica, perché il basket Nba è business. «Gli stakholders hanno risposto molto positivamente al nostro programma proposto. Abbiamo intenzione di aggiornare il board dei governanti la Nba in marzo. Non abbiamo ancora accordi in essere, stiamo continuando a esplorare e imparare. Vogllamo portare il basket professionistico a un altro livello».
Fenomeno Wembanyama
E poi c’è stata la partita, dominata Da Wembanyama. Spurs-Indiana è finita 140-11 con 40 punti, 11 rimbalzi, 6 assist e 5 stoppate del fenomeno di 2 metri e 22 che il giorno prima aveva deliziato i social palleggiando col pallone da calcio alla partita di Champions.