NEW YORK – I Denver Nuggets esonerato Brian Shaw. L'ex romano paga il record di 20 vittorie e 39 sconfitte, frutto anche di un periodo nero (sei sconfitte consecutive, ma soprattutto 19 ko nelle ultime 21 gare), e sconta il rapporto complicato con buona parte della squadra. Da un lato, Shaw ha accusato pubblicamente alcuni giocatori di scarsa professionalità e maturità, dall'altro alcune sue scelte – compresa la gestione di Danilo Gallinari, a lungo in difficoltà da sesto uomo – sono state difficili da comprendere.
HUDDLE INCRIMINATO - E così, dopo il tentativo estremo di venire incontro ai giocatori cancellando le sessioni di tiro mattutine nei giorni delle partite, la situazione è arrivata alla svolta negativa. Si è arrivati così al caso limite di venerdì scorso, nella gara contro Utah, quando i Nuggets sono usciti da un huddle “caricandosi” con un urlo singolare: “Sei settimane!”. Secondo Shaw, si trattava del periodo senza vittorie casalinghe, quindi un promemoria motivazionale, in realtà i giocatori indicavano quanto mancava alla fine della stagione. Esonerato Shaw, la squadra è stata affidata temporaneamente al vice Melvin Hunt, da cinque stagioni a Denver dopo cinque anni da assistant coach a Cleveland.
RITORNO – Per Denver è la ricostruzione, meno di due anni dopo il l'incomprensibile separazione da coach George Karl e dal gm Masai Ujiri (nel 2013, con i Nuggets al record di 57 vittorie, furono allenatore dell'anno ed executive dell'anno). Shaw aveva preso il posto di Karl, non riuscendo a farlo dimenticare. Ora la panchina di Denver andrà ad un coach esperto: tra i candidati principali Mike D'Antoni, che tornerebbe ai Nuggets (sua prima squadra da head coach NBA nel 1999) e ritroverebbe Gallinari dopo la parentesi a New York, e Avery Johnson, ma anche Mark Jackson e Vinny Del Negro.