Morant tra Nba, armi, spogliarelliste e pentimento: "Potevo perdere tutto"

Il cestista sospeso per 8 gare: "Ho sbagliato, la punizione è giusta. Mi scuso con la lega, me stesso, i compagni, la famiglia"
Morant tra Nba, armi, spogliarelliste e pentimento: "Potevo perdere tutto"© EPA

Di tanto in tanto la Nba scopre che non basta. Non basta organizzare corsi di comportamento per i ragazzi all’ingresso nella lega, non basta seguire gli atleti e farli partecipare alle proprie attività sociali. Non bastano multe e squalifiche. Non basta insomma essere la lega più impegnata socialmente e politicamente, di conseguenza culturalmente. Perché i campioni sono comunque giovani molto spesso smarriti in una società iniqua di questo tempo globalizzato e di un Paese contraddittorio. Ultima dimostrazione: Ja Morant, superstar e leader dei Memphis Grizzlies, il fenomeno più elettrizzante della lega: beccato due volte in pochi mesi con un’arma in mano, seppur non per delinquere o fare del male. Ja Morant che ha perso l’equilibrio subito dopo aver sottoscritto un contratto pazzesco ma in linea con le regole, tale che in 5 anni dal 2023/24 potrà intascare trai 193 e 213 milioni di dollari. 
Così ci sono stati la diretta Instagram con la pistola e i video con spogliarelliste in un locale del Colorado, soprattutto con migliaia di dollari in biglietti sparsi nel pavimento della sala. Non un esempio educativo quale deve essere. Morant ci ha rimesso contratti pubblicitari, per esempio è stato sospeso il suo spot pubblicitario di una nota bevanda energetica per l’inizio della March Madness, il torneo Ncaa. E ci rimetterà 8 ottantaduesimi dello stipendio di stagione, essendo stato sospeso per 8 gare dalla lega, come comunicatogli dal commissioner Adam Silver nell’incontro a New York.

Le dichiarazioni di Morant

Morant è entrato in un programma di orientamento Nba in Florida e pare aver capito, s’è pentito. Così ha detto a Jalen Rose in una intervista Nba post incontro: «È stata una discussione aperta, ho accettato quanto è stato deciso e ho inviato le mie scuse a tutti: alla Nba, a me stesso, ai miei compagni, alla mia famiglia per aver portato tutta questa negatività a causa di una mia decisione sbagliata. Ho realizzato tutto quello che stavo per perdere e non solo a livello personale, ma anche a livello di squadra. Devo imparare a essere più responsabile, intelligente e a starmene lontano dalla situazioni complesse e dalle pessime decisioni. È come se finora non avessi capito cosa ci fosse in gioco». Intanto lascia sul tavolo 1,2 milioni mal contati dell’ultimo anno da rookie. Ma Memphis forse può sperare di aver recuperato il leader dei prossimi 10 anni e di poter puntare alla finale - magari già quest’anno - e al titolo. Finale e titolo che sembrano più lontani per i detentori Warriors se nella sera in cui Steph Curry ne segna 50, e ne mette almeno 20 in un periodo (cioè 12 minuti) per la trentanovesima volta in 8 anni (record Nba), Golden State perde ancora in trasferta. 
Ma ora la Nba sarà scavalcata nell’attenzione nazionale per 18 giorni dalla March Madness che culminerà nella Final Four di Houston dal 31 marzo al 3 aprile. E per definire la portata dell’evento nel Paese, basti pensare che da anni Barack Obama si cimenta nel bracket, cioè nei pronostici sul tabellone delle 67 partite. E quest’anno si è aggiunto il presidente in carica Joe Biden. Che ha scelto Arizona, dov’è assistente, l’allenatore dello staff azzurro Riccardo Fois. E Obama ha votato Duke. Ma siccome il torneo di college è fatto di sorprese, ecco la prima: Furman batte la n. 4 Virginia 68-67. Le prime due scelte di quest’anno Nba non sono al college, Wembanyama in Europa, Scott Henderson in G League, ma lo spettacolo resta.

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