NBA: Jokic, l'antidivo per la storia

I Denver Nuggets favoriti dai bookie, il serbo può finalmente vincere ma i Miami Heat hanno sorpreso tutti
NBA: Jokic, l'antidivo per la storia© EPA

Una delle finali più attese e impronosticabili degli ultimi anni. Inutile ridurre il duello alle superstar presenti. Certo Nikola Jokic è stato Mvp della Lega nel 2021 e 2022. Certo, Jamal Murray ora ha recuperato dal terribile infortunio al ginocchio e nei playoff cambia marcia. Ma l’uomo chiamato Playoff Jimmy è Butler è guida Miami. Una squadra compatta, con un sistema preciso generato da coach Spoelstra, già nel gotha dei coach di ogni epoca, alla sesta finale per il titolo, con tre vinte. E allenarne 6 è privilegio di pochi: John Jundla agli albori della Nba, con i Minneapolis Lakers di Mikan. Poi Gregg Popovich con i suoi mitici San Antonio Spurs, Steve Kerr con Golden State. Davanti a Spoelstra soltanto il suo mentore e presidente Pat Riley (9), Red Auerbach con i leggendari Boston Celtics Anni 50-60 e ovviamente coach Zen Phil Jackson (13, con 11 anelli tra Chicago e Lakers). Spoelstra utilizzerà magari ancora la zona per provare a limitare Jokic, ma il rischio è essere travolti dai tiri da tre liberati dal centrone passatore. E Denver ha la carta per marcare Butler con un giocatore atletico e più alto, Aaron Gordon.

Nba, Denver favorita

I bookmakers americani (in particolare di Las Vegas) considerano ampiamente favorita Denver (-360). Nel recente passato soltanto i San Antonio Spurs del 2007 contro la giovane Cleveland e i Golden State Warriors del 2018 avevano margini più ampi. Ed entrambe le serie finali con quello che in America è chiamato “sweep”, l’equivalente del nostro spazzare via, per Spurs e Warrios, cioè 4-0. E tutta questa fiducia è assegnata a una squadra giunta per la prima volta in finale. Ma è il percorso di crescita di Denver a convincere tutti. Oltre al fatto che Miami è soltanto la seconda testa di serie n. 8 di un tabellone tra Est e Ovest a raggiungere la finale. Poi ci sono i numeri veri del campo. L’attacco di Denver ha un efficienza pazzesca: 119,5 punti per 100 possessi. La coppia di stelle è al vertice della classifica per crescita di media punti tra regular season e playoff (Murray +8,5 e Jokic +7,1). Ma è ormai parte della narrazione sportiva Usa la storia degli operai diventati ingegneri a Miami: 4-5 giocatori non scelti dalla Nba e ora protagonisti, a cominciare da Caleb Martin e Gabe Vincent che proprio non dovevano essere qui. Caleb emerso dalla povertà e cresciuto da una mamma con commovente spirito di sacrificio tagliato da Charlotte, Gabe playmaker della Nazionale nigeriana il cui coach di college aveva suggerito pochi anni fa di cominciare ad allenare, offrendogli un posto.

Stanotte alle 2.30 (diretta tv Sky Sport Uno e Nba) il primo atto cui Denver arriva favorita di 8 punti. Anche per un altro fattore, ammesso da Lebron James: «A un miglio di altitudine ci si stanca molto prima». Lo speaker di Denver lo annuncia ogni volta, a 1608 metri l’aria rarefatta incide eccome. E Denver ha un ruolino di marcia casalingo che certifica. Per di più Miami è arrivata di rincorsa, con tre soli giorni di riposo dopo una gara-7 con Boston, Miami ha avuto un cammino lunghissimo, partito con una sconfitta contro Atlanta e una rimonta nel quarto periodo nel turno decisivo di play-in contro Chicago. La stanchezza è un fattore, come possono esserlo eventuali infortuni. Ha dimostrato Jason Tatum nella prima azione di gara7. Il suo infortunio ha colpito e affondato a lungo andare Boston. Miami però ha grande organizzazione difensiva e varietà soluzioni nella propria metà campo. È sesta per punti concessi ogni 100 possessi (111,5) e ha battuto nei playoff due dei 5 attacchi più efficaci. La certezza è che per varietà di gioco, organico e per differenti stili sarà una finale di grande interesse e se le due reggeranno, entusiasmante. Il solo fatto di vedere Jokic è una garanzia. Jokic che può eguagliare Antetokounmpo, campione ai Bucks dopo essere stato due votle Mvp. Lui che ama i cavalli, l’amicizia, la famiglia, la tavola e non vorrebbe essere una star.

Scariolo, si decide

In America si parla d’Italia. Sono ore decisive per la scelta del nuovo coach di Toronto e fra i tre finalisti c’è Sergio Scariolo. Gli altri sono la leggenda canadese Steve Nash, uscito con le ossa rotte da Brooklyn e Monty Williams appena licenziato da Phoenix. Ma Williams è ambitissimo anche da Detroit. E mentre gli Usa confermano l’interesse per Paolo Banchero in Nazionale, Banchero sarà in Italia il 14 e 15 giugno e Pozzecco lo incontrerà.

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