"LeBron è in missione: vuole firmare la prima coppa"

Davide Pessina, commentatore per Sky Sport, ci presenta la Final Four di Nba Cup: "James fa impressione, a 40 anni ha ora le migliori cifre in carriera"
"LeBron è in missione: vuole firmare la prima coppa"© EPA

TORINO - Per una volta è andata al contrario. La Nba ha guardato al resto del mondo inventandosi l’In-Season Tournament che sabato assegnerà la Nba Cup a Las Vegas. Stasera e stanotte le due semifinali. Ne abbiamo parlato con Davide Pessina, ex azzurro d’argento (a Euro 1991) e da anni commentatore Nba, Finals comprese.

Pessina, che ne pensa del nuovo torneo giunto alla Final Four.
"Devo dire che piano piano ha preso piede e con l’eliminazione diretta ha coinvolto il pubblico, a Indianapolis c’era un grande clima per il quarto vinto contro Boston. In qualche modo la Coppa ha sortito l’effetto voluto, evitato il rischio di un avvio un po’ stanco, stiracchiato di stagione. La Final Four, vedrete, sarà un evento, negli States sono davvero super a vendere e far girare il prodotto".

Si aspettava le 4 semifinaliste, Indiana, Milwaukee, Lakers e New Orleans?
"Indiana probabilmente no, però essendo una cosa abbastanza breve qualche sorpresa io credo fosse preventivata e anche gradita. Indiana non ha mai perso nel torneo, arriverà molto convinta, Milwaukee era la più considerata tra le 4. Ha un buon record, ma per ora il gioco non mi convince fino in fondo. Attacca molto bene, avendo aggiunto Lillard, ma in difesa fatica più del passato. In generale si gioca a un ritmo più alto, a più possesso. Indiana corre tantissimo e ha un Haliburton da candidato Mvp. Forse i numeri del playmaker sono gonfiati dal ritmo dei Pacers, però perde pochissimi palloni".

Haliburton era nella Nazionale Usa che ha faticato ai Mondiali.
"Ci sbattono sempre un po’ il muso, perché il gioco Fiba è diverso. Poi loro si trovano una settimana prima e non possono più permetterselo, le altre hanno giocatori che si conoscono in campo da anni. Certo, se portassero tutti i top sarebbe diverso. Kevin Durant dove lo metti segna 30 punti. Poi c’è la questione degli spazi, i 3 secondi difensivi".

Sorpreso da qualche team finora?
"Mi colpisce come giocano Minnesota, Oklahoma che pensavo avesse bisogno di assestarsi dopo una prima stagione ottima, Orlando. Stanno crescendo e alcune sono più avanti del previsto. I Thunder sono anche molto ben allenati da Daigneault, giovane e preparato. Hanno uno dei primi 10-15 della lega, Alexander. E Holmgren al debutto dopo un anno di stop è super. Minnesota ha trovato equilibrio, l’anno scorso ha ipotecato il futuro cedendo tante scelte per Gobert. Ma ora la coppia di lunghi con Towns funziona e compone la miglior difesa Nba. Anthony Edwards è un campione, maturato. Orlando ha trovato un nucleo di qualità".

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Finali a Las Vegas, un tempo per lo sport Usa terra del diavolo.
"Per le scommesse, già, ma adesso la situazione è sdoganata, in ragione del grande mercato finanziario, il turismo, i Casinò. Hano già importato i Raiders Nfl, I Folden Knights nella Nhl, hanno le Aces della WNba, hanno iniziato la trattativa per avere gli Athletics da Oakland della Major League. E quando ci sarà l’espansione della Nba, sarà fortemente ad avere una franchigia".

Tra i protagonisti della Final Four c’è un quasi quarantenne piuttosto noto. Si chiama LeBron James e molti sperano in un duello finale con Antetokounmpo.
"LeBron James, fa impressione. Letteralmente. Non solo per i punti: sta mettendo insieme le migliori cifre di sempre. Che fisicamente sia un mistero genetico è ormai abbastanza assodato. Ma va ricordato che è uno dei pochi ad aver capito giovanissimo, a 19-20 anni, quando dominava a livello atletico, di doversi prendere cura del corpo, il suo attrezzo. E ha investito parecchio denaro. Poi la conoscenza del gioco si è affinata. Siamo fortunati a vederlo. Non mette tutti d’accordo forse proprio perché non è egoista, passa l’ultimo tiro a uno più libero. Ma la cultura Usa poggia sulla star".

Milwaukee favorita per la Coppa?
"Non saprei, io direi piuttosto Los Angeles Lakers. Perché LeBron mi pare in missione. Vuole mettere il suo nome per primo sulla nuova coppa. I fenomeni tengono a questo".

Con la regola sulla partecipazione dei giocatori (Player Partecipation Policy), la Nba combatte il “load management”, il controllo dei carichi fisici dei campioni, spesso messi a riposo. Visti i vincoli contrattuali sta funzionando.
"L’hanno studiata, non è una norma fine a se stessa nel contratto firmato, per concorrere ai premi individuali della stagione (che portano anche bonus e sponsor) bisogna giocare per davvero 65 partite. C’è un equivoco di base, però. Sono le squadre che fermano i giocatori, ormai controllati al microscopio fisicamente, per evitare rischi di infortuni. Mi verrebbe da dire: si parlassero tra loro. Ma è vero che stava diventando un problema, per il pubblico pagante e per le partite in tv".

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Dopo la Coppa, la tradizionale maratona natalizia

La stagione Nba entra nel vivo. Dopo il nuovo In-Season Tournament che approda stasera a Las Vegas, il clou di dicembre sarà la maratona natalizia, ormai diventato un tradizionale appuntamento televisivo anche in Italia grazie a Sky Sport. Cinque partite una in fila all’altra con le squadre più attese e le superstar, ovviamente infortuni permettendo. E non sempre si sono viste tutte partite equilibrate, ma lo spettacolo è garantito. A dire il vero si comincerà già domenica 23 con New York-Milwaukee alle 18.30 e LA Clippers-Boston alle 21.30. Poi appunto la NBA Xmas Day (e già cresce l’attesa per lo spot, spettacolare quanto le partite) con cinque partite: alle 18 con New York Knicks-Milwaukee Bucks, poi alle 20.30 Denver Nuggets-Golden State Warriors, ovverosia i campioni in carica con Nikola Jokic, contro la squadra che ha cambiato il gioco grazie a Steph Curry alle 20.30. Alle 23 il match più atteso di tutti forse: LA Lakers-Boston Celtics, la Storia della lega a duello di nuovo, perché entrambe le squadre sono tornate competitive. Alle 2 Miami Heat-Philadelphia Sixers e alle 4.30 Phoenix Suns-Dallas Mavericks.

Anche Davide Pessina sarà costretto agli straordinari: "Commenterò Milwaukee-New York e poi un’altra. Come sempre ci sarà la massima attenzione da parte dell’organizzazione e anche nostra. Come sempre ci saranno le squadre più forti. La rivalità Lakers-Celtics sarà al centro di tutto. Certo, in prospettiva titolo i Celtics hanno un organico un po’ ridotto. Ma il quintetto è super". Legato anche alla Nba il nuovo Federico Buffa Talks. Due nuovi episodi, il primo da venerdì 22, il secondo da venerdì 29, con Federico Buffa Talks-Gigi Datome. Al centro dell’incontro di Natale l’ex capitano azzurro, ora nuovo capo delegazione della Nazionale.

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TORINO - Per una volta è andata al contrario. La Nba ha guardato al resto del mondo inventandosi l’In-Season Tournament che sabato assegnerà la Nba Cup a Las Vegas. Stasera e stanotte le due semifinali. Ne abbiamo parlato con Davide Pessina, ex azzurro d’argento (a Euro 1991) e da anni commentatore Nba, Finals comprese.

Pessina, che ne pensa del nuovo torneo giunto alla Final Four.
"Devo dire che piano piano ha preso piede e con l’eliminazione diretta ha coinvolto il pubblico, a Indianapolis c’era un grande clima per il quarto vinto contro Boston. In qualche modo la Coppa ha sortito l’effetto voluto, evitato il rischio di un avvio un po’ stanco, stiracchiato di stagione. La Final Four, vedrete, sarà un evento, negli States sono davvero super a vendere e far girare il prodotto".

Si aspettava le 4 semifinaliste, Indiana, Milwaukee, Lakers e New Orleans?
"Indiana probabilmente no, però essendo una cosa abbastanza breve qualche sorpresa io credo fosse preventivata e anche gradita. Indiana non ha mai perso nel torneo, arriverà molto convinta, Milwaukee era la più considerata tra le 4. Ha un buon record, ma per ora il gioco non mi convince fino in fondo. Attacca molto bene, avendo aggiunto Lillard, ma in difesa fatica più del passato. In generale si gioca a un ritmo più alto, a più possesso. Indiana corre tantissimo e ha un Haliburton da candidato Mvp. Forse i numeri del playmaker sono gonfiati dal ritmo dei Pacers, però perde pochissimi palloni".

Haliburton era nella Nazionale Usa che ha faticato ai Mondiali.
"Ci sbattono sempre un po’ il muso, perché il gioco Fiba è diverso. Poi loro si trovano una settimana prima e non possono più permetterselo, le altre hanno giocatori che si conoscono in campo da anni. Certo, se portassero tutti i top sarebbe diverso. Kevin Durant dove lo metti segna 30 punti. Poi c’è la questione degli spazi, i 3 secondi difensivi".

Sorpreso da qualche team finora?
"Mi colpisce come giocano Minnesota, Oklahoma che pensavo avesse bisogno di assestarsi dopo una prima stagione ottima, Orlando. Stanno crescendo e alcune sono più avanti del previsto. I Thunder sono anche molto ben allenati da Daigneault, giovane e preparato. Hanno uno dei primi 10-15 della lega, Alexander. E Holmgren al debutto dopo un anno di stop è super. Minnesota ha trovato equilibrio, l’anno scorso ha ipotecato il futuro cedendo tante scelte per Gobert. Ma ora la coppia di lunghi con Towns funziona e compone la miglior difesa Nba. Anthony Edwards è un campione, maturato. Orlando ha trovato un nucleo di qualità".

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