Milano d’Europa e i consigli di Melli

I capitano dell'Olimpia ha espresso il suo disappunto sul format delle finali scudetto. Intanto i campioni d'Italia preparano il futuro

Diamo a Datome ciò che è di Datome e chiediamogli di regalarci ancora un anno. A Milano a caccia dell’Eurolega e in corsa verso le Olimpiadi anche senza Banchero. E ascoltiamo gli italiani, i grandi azzurri vero. Prendete Nicolò Melli. Dopo avere impressionato per tutta la serie finale, il gigante sempre schietto ha lanciato un appello doveroso, logico, giusto. E soprattutto basato sull’esame empirico. Se con l’Eurolega imperante le grandi leghe nazionali hanno deciso di giocare la serie finale al meglio delle cinque partite, perché costringere le due potenze nazionali e soprattutto i campioni a sfiancarsi in sette gare? Il risultato è stato evidente nelle ultime due, partite con tanti errori, soprattutto al tiro, la stanchezza imperante. Per fortuna nessuno si è infortunato gravemente. E certo Milano e la Virtus Bologna pur finendo sulle ginocchia, avrebbero avuto risorse per qualche cambio. Ma in queste serie si esce dai dodici solo per infortunio. Invece si continua con l’occupazione esagerata dei calendari e dei palinsesti. E questo va a discapito della qualità del prodotto. Certo, la finale fa promozione, i dati di NOVE ed Eurosport: 562mila spettatori e picchi d’ascolto di quasi 1 milione. Ma se lo show non è bellissimo, torneranno? Si è visto anche nella finale Nba, dove certo Denver era superiore, ma Miami aveva finito la benzina. Spetta però anche ai giocatori guadagnare più voce in capitolo se chi dovrebbe ascoltare chi davvero ne sa, non ascolta.

Milano, i piani per il futuro

Nel frattempo Milano non ha ancora definito tutto per la prossima stagione, come invece era successo nelle ultime due, quando i risultati erano stati più evidenti già in corsa. La società diretta da Ettore Messina ha già definito alcuni obiettivi e non cambierà moltissimo. Già uscito Mitrou Long, addio a Thomas e magari a Pangos, Se Napier vorrà tornare. Poi un playmaker atletico alla Darius Thompson (doppio lusso da italiano) e si resta alla finestra per Mirotic. Pensando anche al centro Kamagate. Stelle servono, ma Milano ha pilastri solidissimi ed è bello che siano italiani (come quelli Virtus). Melli e Datome, ma anche Ricci, anche i comprimari che lavorano e aspettano. Se arrivassero due colpi e la sfortuna guardasse altrove, Milano vale l’Eurolega, può sognare. Ah già, Banchero ha detto sì a Team Usa. Ma provarci è stato lecito. E si è parlato di basket pure tra non appassionati.

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