ESCLUSIVO - Andrea è guarito e torna a giocare

Da quando l'abbiamo conosciuto, il giovane Cuccia ci ha regalato un insegnamento dopo l'altro. E adesso, con la promessa di potarlo a Milanello, festeggiamo la sua firma con la Torinese
ESCLUSIVO - Andrea è guarito e torna a giocare

“Cosa fai in piedi? Torna a coricarti”. “Mamma, tranquilla. I globuli bianchi oggi sono alti”. Mezzo sorriso. È il Natale 2018, reparto di oncoematologia pediatrica del Regina Margherita di Torino: da poco meno di due mesi hanno diagnosticato ad Andrea Cuccia, un timido ragazzo classe 2004 che avevamo ammirato nelle fila della società di calcio torinese del Lucento, la leucemia.

È stato il giorno in cui lo abbiamo conosciuto di persona. Il giorno in cui ci siamo legati affettivamente a lui e alla sua famiglia. Avevamo per lui una maglia firmata da Higuain che ci era stata inviata direttamente da Milanello: la luce nei suoi occhi quando l’ha presa in mano ha illuminato quel complicato corridoio.

Nel quale lui ha cominciato a insegnarci così tante cose… quella frase, che sa di consapevolezza mista coraggio, è rimasta scolpita nella nostra mente. Quella richiesta «Quando sarò guarito sogno di andare a Milanello per incontrare la mia squadra del cuore» è diventata una promessa.

Per questo quando a luglio del 2019 mamma Deborah ci ha comunicato che «la terapia è finita, Andrea è guarito» ci siamo sentiti parte di questa gioia. Che è cresciuta, giorno dopo giorno, sempre tenuti a conoscenza della stabilità delle sue condizioni.
Ma l’ultima telefonata ci ha regalato un’ulteriore emozione. A parlare è lui stesso: «Oggi ho firmato con la mia nuova società e finalmente sabato inizio la preparazione con la mia nuova squadra». Andrea può tornare a giocare a calcio nel cuore del centrocampo: la sua nuova casa è la Fc Torinese, storica realtà del capoluogo piemontese da cui nel 1906 è nato il Torino e che oggi, grazie all’entusiasmo del presidente Sante Squillace e all’impegno di Stefano Sorrentino, è tornata protagonista tra i dilettanti.

Una passione viscerale la sua, per il calcio così come per il Milan: «Mio marito e io non siamo mai stati appassionati, né siamo mai stati genitori ossessivi sugli spalti o in casa. Invece lui è innamorato di questo gioco e quindi non possiamo che essere entusiasti: dopo tutto quello che ha passato, merita di fare solo ciò che lo fa stare meglio». Dopo tutto quello che hanno passato anche loro, meritano questo nuovo inizio.

La sua passione per il calcio è rimasta intatta, così come la sua memoria. E come la nostra promessa: grazie alla disponibilità della società rossonera, infatti, prima dell’emergenza Covid avevamo già programmato la visita a Milanello. Non appena sarà possibile, il nostro impegno è quello di permettergli di realizzare questo sogno. «In realtà, il massimo sarebbe poter tirare un rigore a Donnarumma», ci prova Andrea ridendo. Gli basterà quel suo mezzo sorriso per convincere il suo idolo.

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