Stava facendo bene Simone Smaldone sulla panchina degli Allievi del Settimo. Era terzo in classifica e c'erano tutte le premesse affinché potesse lottare per la vittoria del campionato fino alla fine contro due corazzate come Alpignano e Caselle.
Peccato che, sul più bello, qualcuno più in alto di lui in società abbia pensato di esonerarlo da allenatore dell'Under17 per incaricarlo a svolgere un ruolo molto meno appagante e stimolante per uno come lui, ovvero quello di direttore tecnico della Scuola Calcio. I motivi? Sono tutt'altro che chiari. Non c'entra nulla la classifica ma, come ha raccontato nei giorni scorsi il responsabile del settore giovanile viola Gianfranco Palmisano, la decisione è dipesa da alcuni presunti problemi e malumori creatosi all'interno dello spogliatoio.
Smaldone, dal canto suo, ha tuttavia voluto precisare che non si è trattato affatto di una scelta presa in comune accordo, come invece aveva specificato lo stesso Palmisano. Tutta la sua amarezza è racchiusa in un breve quanto intenso discorso: «Innanzitutto ci tengo a ringraziare il presidente Ursillo ed il responsabile del settore giovanile Palmisano - sottolinea Smaldone - per la possibilità che mi hanno dato ad agosto di poter allenare una categoria importante come gli Allievi. Detto ciò, vorrei sottolineare che la decisione non è stata presa insieme, ma è stata unilaterale. Io sono molto amareggiato perché credo che stessi facendo bene e questo lo dicono i risultati: siamo terzi in classifica a meno tre dalla vetta e con una rosa di 21 giocatori ho fatto nove partite facendoli ruotare tutti, schierando sette formazioni differenti, facendo esordire un 2003 nella partita contro il River Mosso e colui che ha avuto meno minutaggio ha giocato circa 100 minuti. Detto questo, però, mi preme parlare del vero motivo che ha portato al mio esonero, ovvero i problemi ambientali all'interno dello spogliatoio: io credo che ci siano state lamentele di una minoranza, forse quattro o cinque giocatori che probabilmente non si trovavano con me. Per me la titolarità dev'essere concessa in base al campo e agli allenamenti, non soltanto al tasso tecnico di ciascun giocatore. La priorità la si dà a chi si allena bene, fermo restando che negli scontri diretti la precedenza l'avrei data a chi ha un valore tecnico maggiore: questo valore tecnico però non basta per poter giocare sempre, perché altrimenti non sarei stato un allenatore meritocratico ed avrei mancato di rispetto a chi invece si allena con costanza e determinazione. La decisione di cui sono stato vittima la ritengo pertanto un po' pesante e inoltre sono sicuro che non sia stata presa né dal presidente e né da Palmisano. Vorrei infine ringraziare altre due figure che mi sono state vicine e mi hanno dato dei consigli importanti in questa breve parentesi, ovvero il direttore sportivo della Prima Squadra Michele Gricone e l'allenatore della Prima Squadra, anch'egli esonerato, Vito Scardino».
E sul futuro? Smaldone non ha ancora le idee chiare: «Mi sono preso del tempo per scegliere se accettare o meno l’incarico di direttore tecnico della Scuola Calcio che mi è stato proposto. Forse sto andando per le lunghe, però io a 28 anni vorrei allenare nel settore giovanile. Se poi vedessi di non esserne all’altezza sarei io al primo a fare un passo indietro, ma a me sinora non è sembrato affatto di non esserlo...».