Beppe Viola, Colangelo: «Siamo ambiziosi per il nostro quartiere»

Dall’Atletico Torino al Beppe Viola, l’ambizione del responsabile della comunicazione della società che punta sui giovani con obiettivo Eccellenza
Beppe Viola, Colangelo: «Siamo ambiziosi per il nostro quartiere»

Cresciuto nel quartiere Mirafiori Nord di Torino, Luigi Colangelo è tornato a casa, al Beppe Viola, in cui riveste, tra gli altri, il ruolo di responsabile della comunicazione e della categoria Under 17. Dopo due anni al San Giorgio Torino, il ritorno al Beppe Viola, rinato dalle ceneri dell’Atletico Torino, è stato un evento spontaneo, quasi naturale. Intervenuto ai nostri microfoni, Colangelo ha parlato dell'ambizione e degli obiettivi della rinata società piemontese.

L’Asd Beppe Viola Calcio è una realtà rinata da poco più di un anno. Qual è l’obiettivo che si pone la società? 

«La società è ambiziosa. Al nostro primo anno abbiamo portato tutte e tre le categorie ai campionati regionali e la Prima squadra in Promozione. Già l’Atletico Torino era una realtà molto forte, sia in Eccellenza, sia nelle giovanili. L’obiettivo è ritornare un punto di riferimento per il nostro quartiere, come tanti anni fa. Vogliamo far giocare a calcio i bambini della zona: già lo scorso anno abbiamo messo la Scuola Calcio gratuita e ci auguriamo di poterlo fare di nuovo anche il prossimo anno. È una questione di identità sociale».

Una realtà polisportiva che da subito ha voluto porgere l’attenzione sul calcio giovanile. Quanto è importante per voi la formazione di nuove promesse? 

«Per noi il settore giovanile è tutto. C’è la volontà di costruire una "cantera" con allenatori di alto profilo. Poi, ovviamente, ci vuole tempo, ma finora abbiamo fatto miracoli con risorse economiche limitate. Siamo ambiziosi, tutti in società ci stiamo mettendo anima, tempo e risorse perché il calcio ha anche un ruolo sociale, non solo agonistico. Come società polisportiva, inoltre, abbiamo un riscontro economico anche da altri sport. Noi facciamo dei sacrifici, vogliamo fare del nostro meglio». 

In questa stagione, solo l'Under 19 è seconda in classifica, mentre nelle altre categorie avete avuto qualche difficoltà in più. Con quali idee avete iniziato la stagione e come sono cambiate in corso d’opera? 

«Nell’Under 19, i ragazzi sono già tutti più o meno affermati. A mio avviso, la categoria con maggiore potenziale è quella dell’Under 17, dove sono sicuro che nel girone di ritorno ci riprenderemo. La classe del 2006 è la categoria con più prospettiva e farà, probabilmente, da ossatura per la Prima squadra del futuro. L’idea iniziale era quella di fare del nostro meglio, poi, in concreto, abbiamo vissuto la cruda realtà del campionato regionale. I gironi sono tutti molto complessi e adesso pensiamo soltanto a salvare la stagione. È importante soprattutto che i più giovani salvino i regionali. La Prima squadra deve assolutamente restare in Promozione, mentre l’Under 15 è probabilmente la categoria più in difficoltà. Sono tutti bravissimi ragazzi, che sanno giocare a calcio, ma si trovano in un campionato di livello superiore».

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