U16 Regionali, La Biellese punta al trono. Debernardi: "Gruppo straordinario"

Luca Debernardi si dice fiducioso per la seconda parte di campionato. La sua Biellese guida il girone A degli U16 regionali a quota 34 punti.
U16 Regionali, La Biellese punta al trono. Debernardi: "Gruppo straordinario"

Nella mattinata odierna abbiamo intervistato Luca Debernardi, tecnico degli U16 regionali della Biellese. I bianconeri, al termine della prima parte di stagione, si trovano in vetta a quota 34 punti allacciati dal Volpiano, distante solamente una lunghezza.

Un percorso fin qui intatto reso possibile da un attacco detonante (57 reti, miglior attacco della categoria) e un castello difensivo roccioso (terza difesa per gol incassati). Debernardi da calciatore ha disputato diversi campionati di Eccellenza con l’US Biellese, per poi appendere gli scarpini al chiodo in giovane età per motivi legati all'Università.

Comincia presto ad allenare, portando il suo calcio in realtà storiche come Cavese (Giovanissimi nazionali), Cossato e infine Biellese. Esperienza e un gioco duttile in base agli ingranaggi della sua squadra, hanno permesso ai bianconeri di laurearsi campioni d’inverno.

Come giustifica il primato dei suoi ragazzi? Era un obiettivo concreto a inizio stagione?

"Essendo il primo anno che alleno questa categoria non mi aspettavo un inizio come questo. Conoscevo comunque le caratteristiche dei ragazzi, ma allo stesso tempo non ci eravamo prefissati di vincere il campionato. L’obiettivo resta comunque quello di restare tra le prime quattro del girone, vista anche la qualità dello stesso. Sono diverse, infatti, le formazioni blasonate e più attrezzate della nostra (su tutte il Volpiano), ma ci faremo trovare pronti e cercheremo di replicare quanto di buono fatto finora nel girone di ritorno". 

La sua Biellese ha dei punti di forza? E quelli deboli?

"Sicuramente l’attacco è la ciliegina sulla torta della mia formazione. Questo gruppo segna molto, ma allo stesso modo in certe occasioni pecca di presunzione. Il punto debole della squadra sta proprio in questo. Paradossalmente, infatti, abbiamo faticato di più con gruppi meno blasonati e stazionati ai confini della classifica; mentre nelle partite di cartello i ragazzi si sono fatti sempre trovare pronti, rispondendo egregiamente". 

Si ispira a qualche allenatore in particolare? Ha un ideale sistema tattico?

"No, ma il gioco che voglio trasmettere è quello di un calcio fluido e votato all’attacco. Imposto il mio sistema sulle caratteristiche di ogni singolo giocatore; non ho un modulo prefissato o standardizzato. Penso che il possesso e il controllo della sfera sia un fondamentale importante per le trame offensive e difensive; cercare di far correre l’avversario è un elemento che insisto e provo in continuazione in settimana durante gli allenamenti".

Sogna di allenare in una prima squadra un giorno?

"Tendenzialmente, nel corso degli anni, ho rifiutato varie proposte soprattutto per esigenze lavorative. Ma allo stesso tempo preferisco lavorare con i giovani, in modo da intravedere una crescita sia a livello umano che tecnico, lo ritengo gratificante e stimolante". 

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