TORINO - Venticinque anni a caccia della verità, 9131 giorni passati a capire cosa realmente sia accaduto la sera del 18 novembre 1989 a Donato "Denis" Bergamini. La sorella Donata e il papà Domizio non hanno dubbi: «Denis non si è suicidato, è stato ammazzato». Sotto un camion Il 18 novembre del 1989 Denis Bergamini viene trovato cadavere sotto le ruote di un camion sulla statale 106 Jonica nel comune di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. Bergamini era un calciatore del Cosenza. Aveva 27 anni, era atletico, forte e nel mirino di diverse squadre; piaceva molto anche al Parma, quello che sarebbe diventato lo squadrone delle meraviglie di Nevio Scala. A Cosenza Denis era l'idolo dei tifosi. Professionista a tutto tondo, mai saltato un allenamento, mai in ritardo. Eppure quel pomeriggio Denis lascia il ritiro; poche ore dopo il suo corpo senza vita giace in prossimità delle ruote di un camion Fiat Iveco 180 guidato da Raffaele Pisano. Denis si è suicidato, dirà l'ex fidanzata Isabella Internò che quella sera è con Bergamini in quella piazzola della statale jonica, "tuffandosi" sotto le ruote. Per anni la versione del suicidio è stata quella consolidata, anche perché due sentenze della Pretura di Trebisacce e del Tribunale di Catanzaro mandarono assolto l'autista del tir dall'accusa di omicidio colposo. Ma in quella morte orari, movimenti, dinamiche: niente sembra coincidere con l'ipotesi del suicidio, e la famiglia Bergamini non ha mai creduto a quel gesto, non si è mai arresa.
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