TORINO - Prendiamo spunto da alcuni casi recentemente accaduti sui campi di serie A: le squalifiche di Khedira, espulso da Rizzoli negli ultimi minuti della partita contro il Torino, e di Kondogbia, che ha ricevuto un cartellino rosso al termine di Fiorentina-Inter di qualche tempo fa.
DE PAOLA AL TELEFONO CON RIZZOLI
Non è dato invece sapere cosa abbiano scritto i direttori di gara nel referto inviato al giudice sportivo, ma entrambi sono stati squalificati per frasi e gesti irriguardosi. Per chi non lo sapesse infatti il referto arbitrale in ambito calcistico ha un valore e potere assoluto, è al tempo stesso legge e sentenza: eppure è (in gran parte e nella maggior parte dei casi) segreto e ciò che viene scritto lì non puó essere confutato o contestato, nemmeno con le immagini. Le società oltretutto possono prendere visione della parte relativa solo in caso di ricorso.
Una aberrazione ingiustificata e ingiustificabile: in quale stato di diritto sarebbe accettabile essere governati da leggi che si devono applicare ma non si possono leggere, o giudicati da sentenze in cui il dispositivo è pubblico, ma la motivazione è segreta?
Allora prendendo dalle pagine di Juventibus.com lanciamo una proposte per migliorare la credibilità del calcio italiano e delle sue istituzioni: rendere pubblici i referti di arbitri ed emissari della Procura Federale, perlomeno per quel che concerne la Serie A. Una trasparenza di questo tipo, oltre a responsabilizzare gli addetti alla compilazione, allontanerebbe molti veleni e certamente renderebbe più limpide certe decisioni che spesso risultano ai più inspiegabili.
Non sarebbe nemmeno complicato avere online entro 3/4 ore dal termine del match i referti completi delle partite con scritta anche la motivazione dei provvedimenti disciplinari (comprese le parole delle frasi irriguardose) e le segnalazioni di ognuno dei componenti del team arbitrale e della procura federale presenti allo stadio.
Per maggior trasparenza sarebbe oltretutto interessante conoscere i referti degli osservatori arbitrali, Il vero metro su cui sono giudicate le prestazioni dei singoli direttori di gara (e ne decretano promozioni e dismissioni). Questi referti sono tuttora coperti da un segreto quasi “bizantino” da risultare pressoché sconosciuti anche agli stessi arbitri. Oltre che poco trasparente è decisamente anacronistico.
Ricapitolando quello che si chiede è:
Referti pubblici online, firmati con segnalazione di cori o frasi irriguardose nella loro completezza, entro max 3/4 h dal termine della partita
Referti degli osservatori arbitrali online, che aiuterebbero a capire se un arbitro ha diretto più o meno bene una gara Equità e coerenza nella comminazione delle sanzioni Comunicati del giudice sportivo con specifica menzione di cori e frasi irriguardose Prova TV e prova fotografica (utilizzabile anche a proprio discapito in caso di ricorso) possibile anche per cori e striscioni discriminatori e/o che offendono la memoria Daspo mirato per chi si rende colpevole di atti di violenza o di cori discriminatori attraverso i riscontri video e le immagini disponibili allo stadio da parte delle DIGOS.
Tutte soluzioni semplici, a costo (quasi) zero ma vantaggiose per la trasparenza e la credibilità di un sistema che sotto certi aspetti ne ha sempre di meno. Davvero le cose semplici sono le più difficili da attuare? Lega, AIA e FIGC stupiteci. Almeno una volta. Almeno stavolta.
Dal blog JUVENTIBUS.COM