L'odio nella patria di Totò

Il Napoli è vicino all’ultimo gradino di un miglioramento finalmente consacrato, ma quel passo finale si ottiene come si sono conquistati tutti gli altri: con il lavoro e con la serietà
L'odio nella patria di Totò© ANSA

TORINO - Nessuno ha parlato di scandalo, nessuno ha giudicato clamorosamente sbagliate le decisioni arbitrali di Juve-Napoli. All’interno consultiamo due esperti in materia che, per par condicio, la pensano diversamente, anzi in maniera opposta, ma entrambi sono convinti che proprio per questo motivo non si possa ritenere esagerata nessuna decisione. E allora? Perché questa reazione esasperata del Napoli che dalla squadra si allarga a una città evidentemente incoraggiata dalle veementi, inusitate, sproporzionate reazioni di un proprio dirigente e di un proprio giocatore unici autorizzati (perché non Sarri?) a parlare «senza replica» secondo uno stile del tutto sconosciuto a una normale democrazia dialettica e di comunicazione?

Il Napoli ha costruito negli anni un capolavoro, ma come dimostrato contro il Real Madrid e contro la Juve manca ancora qualcosa. Parliamo di qualità. E’ vicino all’ultimo gradino di un miglioramento finalmente consacrato, ma quel passo finale si ottiene come si sono conquistati tutti gli altri: con il lavoro e con la serietà. Non con le urla e gli atteggiamenti sguaiati. O qualcuno crede realmente in certe scorciatoie? Chi agita strumentalmente vittimismo, presunti torti arbitrali e persino cronache Rai definite «faziose» infanga tutto. Per cosa? Solo per odio verso la Juve, con tanti complimenti allo spirito sportivo.

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