Astori, perizia shock: «Non è morto nel sonno»

Il Corriere della Sera: «I risultati parlano di accelerazione improvvisa dei battiti del cuore, tesi opposta rispetto a quella iniziale». Se avesse condiviso la camera con qualcuno forse si sarebbe salvato

TORINO - Davide Astori, il capitano della Fiorentina scomparso il 4 marzo scorso in un hotel a Udine, non sarebbe morto nel sonno come si era ipotizzato finora. Lo riporta il 'Corriere della Sera' sulla base della perizia effettuata dai professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, incaricati dal pm Barbara Loffredo. I risultati infatti parlano di 'tachiaritmia', di una accelerazione improvvisa dei battiti, tesi opposta rispetto a quella iniziale, ovvero che il calciatore fosse morto per 'bradiaritmia', con il cuore che avesse rallentato pian piano fino a fermarsi. Secondo i periti Astori, che quella mattina era stato trovato esanime a letto, non sarebbe morto nel sonno e forse si sarebbe salvato se avesse condiviso la camera con qualcuno che poteva dare l'allarme. «Non posso anticipare nulla - ha dichiarato il procuratore di Udine Antonio De Nicolo, come riporta il Corriere -. Posso solo dire che sul caso è aperto un fascicolo a carico di ignoti. La collega sta studiando il documento. Non appena il lavoro sarà terminato decideremo se proseguire l'indagine o chiedere l'archiviazione».

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