Vieri si racconta: "Il 5 maggio 2002 è la delusione più grande"

L'ex bomber ha ricordato gli anni d'oro a Dazn: "Il calciatore è il mestiere che tutti vogliono fare, giochi davanti a 80mila persone"
Vieri si racconta: "Il 5 maggio 2002 è la delusione più grande"© Claudio Zamagni

TORINO Christian Vieri ricorda gli anni da calciatore in un'intervista a Dazn, senza tralasciare il momento più duro della sua carriera: “Probabilmente il 5 maggio – racconta l’ex bomber, facendo riferimento al titolo sfumato nel 2002 con l’Inter - abbiamo perso lo scudetto all'ultima giornata. Penso sia il colpo più forte”. Vieri poi evita di citare un tecnico preferito: “Tutti gli allenatori sono bravi, ma dipende sempre da te. Ti devi tirar su da solo”. In campo c'era da combattere, ma fare il calciatore è stato supendo: “Tutte le partite sono battaglie – ricorda Vieri - ci volevano i guantoni ogni domenica. E comunque io non usavo i guanti, usavo i gomiti. Gettare la spugna? No, perché fare il calciatore è bello. Vinci e perdi, fa parte del gioco. Ma è un mestiere che tutti vogliono fare. Bello, seguito, giochi davanti a 80mila persone, non c'è nessun motivo per gettare la spugna. Mai”. 

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