Il tackle benedetto di Claudio Gentile

Il tackle benedetto di Claudio Gentile

VARESE - Funerali di popolo per un campione amato dal popolo, aveva annunciato ieri Tuttosport. E così è stato. Una cerimonia commossa, sobria, quasi pudica, come l’applauso che ha accolto il feretro nella basilica di San Vittore gremita di fedeli e ne ha salutato l’uscita sul sagrato, dove altre centinaia di persone hanno reso omaggio a Pietro Anastasi. Chissà se Paolo Dal Pino, neopresidente della Lega calcio di A, sa chi sia stato Pietro Anastasi. Chissà se lo sa. Ieri, anzichè rappresentare a Varese le venti società che l’hanno eletto e salutare uno dei più grandi attaccanti degli ultimi quarant’anni, ha ritenuto più importante concionare 59 km più in là, in Via Rosellini, a Milano, sulla «trasformazione della Lega in una media company attiva su scala internazionale, dove media company non significa fare un canale, ma significa avere un’attitudine, una modalità con cui affrontare la vita quotidiana del calcio». Ecco, bravo, la vita quotidiana del calcio. Il calcio intriso di passione e di rispetto che Pietro Anastasi ha onorato nel modo migliore, mentre il calcio non ha onorato Pietro Anastasi nel modo migliore, negandogli quel tributo generale, quel minuto di silenzio osservato soltanto all’Allianz Stadium di Torino e allo stadio di Via del Mare a Lecce.

Una negligenza imperdonabile. Altro che dettare alle agenzie una nota «sul migliore coordinamento necessario in futuro su temi simili», come ha fatto Dal Pino ieri sera, aggiungendo: «Sono appena arrivato, non voglio soffermarmi su eventuali intoppi burocratici». Eh? Il mancato tributo ad Anastasi è scaturito da «eventuali intoppi burocratici?». Vada a dirlo alla gente di Varese, ai milioni di tifosi addolorati per Pietro, a Claudio Gentile e benedetto sia il suo tackle verbale. Per non dire di una Federazione che rinvia addirittura al 27 marzo, a Wembley, il ricordo del Campione d’Europa, anziché ordinare già sabato mattina il minuto di silenzio su tutti i campi. Bastava un tweet, vero Gravina? Ieri, c’era solo un impegno da rispettare: l’ultimo saluto ad Anastasi. Tutto il resto non contava. Tutto il resto è fuffa.

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