Calcio a porte chiuse: regole e controlli per tutti gli atleti

La disposizione contenuta nel decreto: i club sono tenuti a monitorare atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori. Via libera allo sport di base purché si mantenga la distanza di un metro
Calcio a porte chiuse: regole e controlli per tutti gli atleti

TORINO - Anche i giocatori saranno messi a dura prova dal coronavirus e dalle misure igienico-sanitarie adottate dall’integrazione al Decreto, firmata ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Perché, se una delle regole stabilisce di evitare il contatto ravvicinato - dall’abbraccio al bacio, alla stretta di mano - con le persone, appare impossibile per i calciatori adeguarsi durante una partita: gli assembramenti in area in caso di punizioni o calci d’angolo come i duelli aerei o gli scontri fisici sono continui nei 90 minuti, ma anche nelle partitelle che si svolgono a fine allenamento.

Proprio per questo motivo al comma c del primo punto del Decreto si sottolinea come «le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano». Tutti saranno quindi monitorati per garantire la negatività delle persone - giocatori compresi - che ruotano intorno alla squadra. E nell’articolo sotto abbiamo illustrato le 21 regole contenute nel vademecum che la Federazione dei medici sportivi ha inviato alle società di serie A per evitare il contagio nello sport.

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Il Decreto dà anche il via libera allo sport di base e alle attività motorie in genere, sia in palestra, piscina e centri sportivi sia all’aperto, purché «sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d)» vale a dire, mantenere in ogni contatto sociale una distanza di almeno un metro. Si raccomanda poi alle associazioni sportive, nel caso in cui le attività collettive siano interdette perché non si possono rispettare le distanze di sicurezza, di offrire attività ricreative individuali alternative a casa.

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TORINO - Anche i giocatori saranno messi a dura prova dal coronavirus e dalle misure igienico-sanitarie adottate dall’integrazione al Decreto, firmata ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Perché, se una delle regole stabilisce di evitare il contatto ravvicinato - dall’abbraccio al bacio, alla stretta di mano - con le persone, appare impossibile per i calciatori adeguarsi durante una partita: gli assembramenti in area in caso di punizioni o calci d’angolo come i duelli aerei o gli scontri fisici sono continui nei 90 minuti, ma anche nelle partitelle che si svolgono a fine allenamento.

Proprio per questo motivo al comma c del primo punto del Decreto si sottolinea come «le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano». Tutti saranno quindi monitorati per garantire la negatività delle persone - giocatori compresi - che ruotano intorno alla squadra. E nell’articolo sotto abbiamo illustrato le 21 regole contenute nel vademecum che la Federazione dei medici sportivi ha inviato alle società di serie A per evitare il contagio nello sport.

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