L’Uefa ora prova a salvare le competizioni europee con le gare a porte chiuse

In caso di situazioni insostenibili, stop per tutti fino ad aprile e oltre. E sarebbe data la precedenza a terminare i campionati nazionali fino a giugno inoltrato. Nel caso di stop diventerebbe indispensabile rinviare l’Europeo di un anno, a giugno 2021
L’Uefa ora prova a salvare le competizioni europee con le gare a porte chiuse© EPA

MILANO - La Uefa al momento continua a non prendere in considerazioni slittamenti delle coppe europee e dell’Europeo di giugno, a rischio a causa della diffusione del coronavirus a livello continentale. La posizione ufficiale è quella del presidente Ceferin che dice di evitare scenari apocalittici sull’Europeo 2020. A livello ufficioso questo atteggiamento viene spiegato non come un modo rassicurante di affrontare l'argomento, impossibile in questa fase di piena emergenza sanitaria europea. Ma come la presa d’atto che la situazione è in continuo divenire. E sono troppe le variabili legate all’aumento dei contagio nei Paesi europei. L’Europeo inizia fra tre mesi. E quindi è difficile prendere già adesso decisioni definitive.

TENERE DURO - Venendo ai possibili piani di ripiego, sono due i progetti sul tavolo. Il primo è quello che prevede di cercare di portare a termine regolarmente Champions ed Europa League. In quest’ottica serve tenere duro per chiudere gli ottavi di finale di Champions tra una settimana. E lo stesso turno di Europa League. Poi proseguire con le competizioni fino alle finali e iniziare l’Europeo regolarmente il 12 giugno. Questo potrebbe comportare un sacrificio dei tornei nazionali che resterebbero senza date utili per i recuperi. Quindi dovrebbero essere conclusi con qualche forma di sterilizzazione oppure con epiloghi alternativi. Ormai molti tornei nazionali stanno adottando soluzioni emergenziali, come dimostrano le due giornate a porte chiuse della Liga. E presto, seguendo il numero dei contagi in aumento, si potrebbe passare allo stop come successo in Serie A.

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IL CASO DEI VOLI - Il rischio è che troppe variabili esterne possano condizionare questo programma. Due esempi: il blocco dei voli decretato dalla Spagna verso l’Italia, e viceversa. E lo stesso provvedimento adottato dalla Gran Bretagna verso il nostro Paese. Oppure la decisione delle autorità svizzere di non far giocare Basilea-Eintracht Francoforte tra otto giorni. Con la necessità di trovare una sede alternativa. È vero che, rispetto ai voli vietati, sarebbe sempre possibile fare eccezioni per i club calcistici che si spostano su voli charter privati. È quello che, ad esempio, deve fare il Getafe per raggiungere Milano nonostante il blocco verso l’Italia. E la Uefa sta chiedendo ai singoli governi di autorizzare anche gli altri voli interessati proprio per consentire la prosecuzione delle competizioni. Ma resta comunque il fatto che squadre e accompagnatori si dovrebbero sistemare in hotel, venendo a contatto con persone di Paesi diversi. Una situazione discordante rispetto al tentativo di ridurre al massimo i contatti sociali.

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MILANO - La Uefa al momento continua a non prendere in considerazioni slittamenti delle coppe europee e dell’Europeo di giugno, a rischio a causa della diffusione del coronavirus a livello continentale. La posizione ufficiale è quella del presidente Ceferin che dice di evitare scenari apocalittici sull’Europeo 2020. A livello ufficioso questo atteggiamento viene spiegato non come un modo rassicurante di affrontare l'argomento, impossibile in questa fase di piena emergenza sanitaria europea. Ma come la presa d’atto che la situazione è in continuo divenire. E sono troppe le variabili legate all’aumento dei contagio nei Paesi europei. L’Europeo inizia fra tre mesi. E quindi è difficile prendere già adesso decisioni definitive.

TENERE DURO - Venendo ai possibili piani di ripiego, sono due i progetti sul tavolo. Il primo è quello che prevede di cercare di portare a termine regolarmente Champions ed Europa League. In quest’ottica serve tenere duro per chiudere gli ottavi di finale di Champions tra una settimana. E lo stesso turno di Europa League. Poi proseguire con le competizioni fino alle finali e iniziare l’Europeo regolarmente il 12 giugno. Questo potrebbe comportare un sacrificio dei tornei nazionali che resterebbero senza date utili per i recuperi. Quindi dovrebbero essere conclusi con qualche forma di sterilizzazione oppure con epiloghi alternativi. Ormai molti tornei nazionali stanno adottando soluzioni emergenziali, come dimostrano le due giornate a porte chiuse della Liga. E presto, seguendo il numero dei contagi in aumento, si potrebbe passare allo stop come successo in Serie A.

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