Coronavirus, Fifa ed Eca discutono su stipendi e contratti

Sul tavolo il taglio del 50% sugli ingaggi, misura già in vigore in Premier League ma rispedita al mittente dal Barcellona. Il calciomercato potrebbe durare quattro mesi o fine alla fine dell'anno
Coronavirus, Fifa ed Eca discutono su stipendi e contratti© AFPS

TORINO - Dopo il grande rifiuto da parte dei calciatori del Barcellona di ridursi gli stipendi, la Fifa è scesa in campo per regolare la questione e indurre gli assi del pallone a più miti pretese. L'obiettivo è quello di individuare soluzioni condivise e tutto ruota - oltre che alla vicenda della riduzione degli stipendi - anche alla data del 30 giugno, che è quella della scadenza dei contratti della stagione in corso. Il quotidiano Marca riferisce di una conference-call fra i vertici del calcio mondiale, compreso il numero uno Gianni Infantino, fra cui anche l'Eca e il sindacato mondiale dei calciatori (FIFPro). Tutte le parti hanno dato prova di sensibilità, dichiarando di essere consapevoli che è necessario adattarsi al nuovo scenario del calcio mondiale.

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Le proposte avanzate dalla Fifa potrebbero entrare in vigore già dalla prossima settimana, sempre se condivise dalle parti. E, se al Barcellona si è ventilata la riduzione del 70% dei salari, nel mondo la media dovrebbe aggirarsi sul 50%. La Premier ha già adottato questa misura. Una volta ripristinata la normalità, i contratti tornerebbero alle cifre sottoscritte, ma senza dimenticare la realtà che circonda la società e lo sport dopo il tornado pandemia. I club non possono recedere da alcun contratto con giocatori o allenatori e la creazione di un importante fondo economico con centinaia di milioni di euro, cui parteciperanno tutti i calciatori, è un'altra delle misure principali. Il fondo rappresenterà una garanzia per il calcio, vi saranno coinvolte la Fifa, le confederazioni continentali, le federazioni nazionali, i giocatori, le tv e gli sponsor. L'idea è di fare un tentativo per concludere la stagione, dando priorità alle competizioni nazionali. I contratti di tutti i professionisti saranno estesi fino alla fine della stagione, andando dunque oltre il 30 giugno, con i club che si assumeranno le spese di questa estensione contrattuale. I nuovi accordi saranno validi alla data d'inizio della nuova stagione e, poiché ci saranno giocatori con due contratti prima degli impegni già firmati, la priorità verrà data sempre alla squadra che deve concludere la stagione. Così che, anche se un giocatore ha un impegno con un'altra squadra dopo il 30 giugno, prima dovrà concludere la stagione con la squadra con la quale l'aveva iniziata.

Coronavirus, ecco quanto potrebbe durare il calciomercato

Le operazioni di mercato potrebbero avere una durata di 16 settimane (4 mesi). Durante l'emergenza coronavirus, i club non hanno l'obbligo di trasferire i giocatori nelle rispettive squadre nazionali. I giocatori e i club devono essere localizzati per eventuali test antidoping. Potrebbero essere sanzionati i seguenti casi: licenziamenti unilaterali, club che non pagano, giocatori che lasciano i Paesi delle squadre con le quali hanno legami senza motivo apparente, giocatori che non segnalano il lavoro svolto, squadre che non si occupano dello stato di salute del giocatore, discriminazione da parte del Paese d'origine di un giocatore, un club che rifiuta di accettare di nuovo un giocatore in prestito, rifiutando di pagare clausole nei contratti. I club hanno il diritto di sospendere l'assunzione di dipendenti temporanei.

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