Roberto Burioni: “Così cambierà il calcio”

Il virologo: “In Italia 6 milioni di contagi: non molliamo ora. Calciatori, promuovete gli aiuti alla scienza. Eravamo sotto di tre gol, adesso abbiamo pareggiato: ma si deve vincere"

Professor Burioni, gli ultimi dati ufficiali diffusi dalla Protezione civile sull’epidemia da Covid-19 parlano di circa 120 mila casi totali in Italia, con quasi 15 mila decessi in meno di 2 mesi. La sua opinione su questi numeri terribili, così tragici?
«Prima di tutto partiamo da un concetto: che questi numeri hanno veramente poco significato. Una stima indipendente che è arrivata dagli epidemiologi dell’Imperial College di Londra ha quantificato gli infettati in Italia in un numero non troppo lontano dai 6 milioni di persone.

Quei numeri sulla diffusione del contagio che ricordava lei nel pormi la domanda riguardano solo i tamponi che facciamo, non rappresentano il vero numero delle persone che sono state infettate. Purtroppo stiamo riscontrando anche una mortalità in eccesso. La mortalità che stiamo vedendo in queste settimane, che potrebbe esser dovuta a questo virus, è molto più alta rispetto agli anni precedenti. Quindi quei numeri non sono molto indicativi. Ci sono piuttosto altri elementi che sono molto importanti. Per esempio gli accessi al pronto soccorso. E questi non sono finti, perché quando una persona non respira viene portata, per l’appunto, al pronto soccorso. Oppure gli ingressi in terapia intensiva: quando un malato peggiora. Ecco, questi elementi sono fortunatamente in calo nel nostro Paese. Il che ci fa pensare che la risposta di gran de sacrificio che tutti abbiamo messo in atto in queste settimane abbia già dato un primo frutto. Ricordiamoci che una grandissima parte degli italiani ha davvero fatto quello che doveva fare: cioè stare in casa, limitare i contatti. Non uscire, se non per ragioni indispensabili. Ebbene, tutto questo ha dato un frutto.

E il frutto è che l’epidemia tra un po’ si spegnerà. Però a quel punto non è che la partita sarà finita. Sto parlando a un quotidiano sportivo, quindi mi piace proporre una metafora calcistica. Diciamo che siamo andati subito sotto di 3 gol, ma dopo 20 minuti fantastici si è arrivati al 3 a 3. Però la partita bisogna vincerla, perché poi possono di nuovo segnare anche gli altri. Ebbene, ci troviamo in questa situazione. Abbiamo ripreso una situazione di svantaggio molto grave e adesso dovremo sfruttarla bene».

 

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