Bonolis-Caressa, siparietto su Instagram: "Usi gli scaldamuscoli? Ora ti spuntano le tette..."

Divertente botta e risposta in diretta, con il telecronista di SkySport che parla anche delle sue famose "profezie"
Bonolis-Caressa, siparietto su Instagram: "Usi gli scaldamuscoli? Ora ti spuntano le tette..."

TORINO - Paolo Bonolis e Fabio Caressa hanno dato vita a un divertente siparietto su Instagram. I due hanno interagito e condiviso con i followers l'astinenza dal calcio per l'emergenza coronavirus. “Ho finito anche di rivedere le partite storiche, non so più a cosa rivolgermi. Il calcio mi manca veramente tanto”, ha detto il commentatore di SkySport, che ha proseguito: “Penso che il Paese al di là di aprile non possa restare chiuso. Dobbiamo cercare, in modo scaglionato, di riprendere le attività. L’Uefa terrà duro e proverà a portare a termine la stagione”. Bonolis ammette di essere sulla stessa barc: “Si potrebbe ricominciare a porte chiuse, il pallone può essere una valvola di disimpegno, un’occasione di respiro. A me manca molto anche fare sport”. Caressa spiega di essersi organizzato in famiglia, grazie ad "accanite" partite con il figlio con una palletta di spugna - "Erano la nostra salvezza", commenta Bonolis - e gli allenamenti in casa indossando il completo che gli ha regalato lo Spezia. Un'occasione d'oro che ha stimolato le battute del conduttore: “Mia moglie mi chiede se metti anche gli scaldamuscoli? Fai come Jane Fonda? Tra poco ti spuntano le tette…”. 

Siparietto su Instagram tra Bonolis e Caressa 

La diretta prosegue e si arriva a parlare delle "profezie" di Caressa, oggetto di sfottò sul web: “Credo sia una presa in giro per le mie previsioni, diciamo così, a lungo termine. Ho detto che Lazzari è meglio di Cancelo. Ma l’ex Juve con Guardiola al City non gioca mai mentre l’esterno della Lazio sta facendo un grandissimo campionato e piace anche al ct Mancini”. Poi su Piatek: “Sembrava un fuoriclasse, ma aveva segnato solo per 6 mesi. Un attaccante si giudica su due stagioni. È la continuità che fa la differenza. In Italia c’è un grande studio sugli avversari e quando i difensori hanno imparato a marcarlo, non l’ha più buttata dentro…”. Diverso il discorso per Klopp: "Avevo detto che l’allenatore del Liverpool rischiava di essere l’allenatore più esaltato e meno vincente della storia. Ma lo aveva detto lui stesso, era il tecnico che aveva perso più finali in carriera. Poi ha vinto quella giusta. Sono legato affettivamente a lui. Nel 2006 lavorava nella tv tedesca ‘Zdf’. Riprese il mio 'Andiamo a Berlino' e mi fece un omaggio".

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