Ricciardi: “Calcio? Stiamo proponendo di giocare al Centro-Sud”

Il parere del membro del consiglio esecutivo Oms: “Maggio sarà un mese interlocutorio, siamo ancora a rischio per la ripresa. Ma non ha senso vietare attività dove ci sono 0 casi come la Basilicata”
Ricciardi: “Calcio? Stiamo proponendo di giocare al Centro-Sud”© www.imagephotoagency.it

"Ripresa? Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni, sarà ancora un mese interlocutorio. Ciò che suggeriremo è di avere provvedimenti diversi a seconda delle aree geografiche". Lo ha detto, ai microfoni di Radio Punto Nuovo, Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo Oms, consigliere del ministro Speranza per il Coronavirus e consulente Coni. "La situazione sta andando molto meglio in molte regioni italiane, ma non in tutte. In Lombardia c’è ancora uno scenario preoccupante, non si può dare un'indicazione generica per tutti. A inizio maggio potremo dare dei suggerimenti guardando la situazione. Questo virus continuerà a circolare fino a quando non si troverà un vaccino e così come colpisce i cittadini, anche i calciatori e lo staff: bisogna tutelare tutti". 

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Ricciardi: “Stiamo proponendo di giocare al centro-sud"

"Sistema chiuso? Sulla fattibilità dei sistemi di controllo, è da verificare, ma le proposte sono credibili e sostenibili - afferma ancora Ricciardi - C’è un discorso geografico: l'Italia non è tutta uguale a livello di contagi. Al Centro-Sud non c’è stata quell'esplosione terribile del Nord. Ma la gente comunica, la gente viaggia, ma in alcune parti del Paese questo non si può ancora fare, ci sono paesi dove ci sono ancora 100 e più morti al giorno. Differenziare le aree per livello di rischio è giusto, stiamo proponendo di giocare al Centro-Sud, non ha senso vietare attività dove ci sono 0 casi come la Basilicata". 

Ricciardi: "Il gioco di squadra è più pericoloso"

Sul protocollo possibile per tutelare tutti Riccardi dice: “Ci sono diverse ipotesi, finalizzate alla fine del campionato a cui tutti tengono molto. C'è bisogno di due approcci: uno finalizzato alla conclusione del campionato, con una serie di misure che tendono a circoscrivere il virus. E' un'ipotesi fortemente condizionata, ma ci sono squadre e squadre: non tutti possono permettersi i test, alloggi per tutti. Quest'impegno economico è pesante. C'è sicuramente un minimo che viene richiesto a tutti: garantire la sicurezza. Non c'è dubbio che l'allenamento o il gioco di squadra che prevede contatto fisico tra atleti è un evento che va considerato piuttosto pericoloso”.

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